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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2012 alle ore 08:12.

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ROMA. Millesettecentosessatacinque emendamenti. Il conteggio definitivo sulle proposte di modifica al decreto sviluppo bis, all'esame del Senato, è praticamente da record. «Un numero così alto – spiega il presidente della Commissione Industria Cesare Cursi – si spiega con il fatto che, quasi in chiusura di legislatura, questo sta diventando l'ultimo treno sul quale tentare di far salire modifiche e integrazioni».

I relatori Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd) preannunciano un'attenzione particolare ai temi dell'Agenda digitale, delle start up e a possibili misure per alleggerire i mutui per i giovani. Dal Pdl arriva un emendamento per eliminare le ultime barriere normative al pagamento dei biglietti del trasporto locale mediante cellulare. Si potrà pagare – spiega Vicari – «anche direttamente attraverso addebito diretto sul credito telefonico, e non solo mediante terminali associati al conto corrente o alla carta di credito». Pdl, Udc, Pri, Fli, Lega Nord, Grande Sud puntano inoltre alla proroga delle attuali concessioni balneari di 30 anni – con scadenza non il 31 dicembre 2015 ma nel 2045 – e la revoca della delega al governo per disciplinare la materia. L'intenzione dell'esecutivo sarebbe invece quella di definire entro il 31 dicembre 2014 i bandi per l'assegnazione delle concessioni.

Sarà interessante anche verificare quanto si riuscirà a recepire dei rilievi mossi dal servizio Bilancio del Senato. I tecnici hanno innanzitutto quantificato con maggiore chiarezza i numeri relativi al nuovo documento che unificherà carta d'identità elettronica e tessera sanitaria. Ogni anno dovranno essere emesse 8 milioni di tessere, con un costo unitario di 10,27 euro. Tuttavia nel primo anno, il 2013, le emissioni potrebbero essere più basse, considerando che lo stanziamento di spesa inferiore rispetto al 2014 dovrà essere impiegato anche per dotare gli uffici delle necessarie strutture informatiche.

Il servizio Bilancio pone poi interrogativi sull'attuazione dell'Agenda digitale, chiedendo di chiarire se le risorse saranno aggiuntive o già presenti, e sul credito di imposta per le infrastrutture avanzando il dubbio che i nuovi investimenti possano rivelarsi sostitutivi di interventi in altri settori.

Per quanto riguarda le agevolazioni per le start up innovative, la cui platea è stimata dal governo in 1.000 unità annue con un fatturato medio di 3 milioni, si evidenzia come sia incerta la stima di 400 milioni di euro relativa al potenziale investimento nelle nuove aziende, suddivisa in 100 milioni per investimenti effettuati da persone fisiche e 300 milioni per investimenti di persone giuridiche.

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