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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2012 alle ore 08:15.

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MILANO
Ormai è fatta: l'avvocato Umberto Ambrosoli, figlio dell'"eroe borghese" Giorgio, sarà il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali della Lombardia. Ma il candidato più corteggiato dalla cosiddetta società civile e dal Partito democratico, e soprattutto sostenuto fortemente dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dal suo staff, ha già presentato ieri il suo elenco di condizioni: una coalizione allargata al centro e al "civismo" e no alle primarie.
La decisione su questi temi dovrebbe essere presa lunedì, con una riunione tra i segretari dei partiti del centrosinistra della Lombardia, ed è probabile che in questa sede verrà deciso l'annullamento delle primarie. Il compromesso potrebbe essere una consultazione più "soft" e meno "partitica", allargata ai movimenti civici che si stanno raccogliendo intorno ad Ambrosoli.
Già qualche giorno fa, quando l'avvocato aveva detto di voler tornare a riflettere sulla candidatura dopo aver inizialmente declinato l'invito, era parso chiaro che qualcosa avrebbe pur chiesto. Poi due giorni fa, quando ha dichiarato di avere tra i suoi sostenitori molte persone e di volersi quindi allargare ad un "patto civico", per il centrosinistra lombardo è diventato evidente che il candidato ideale avrebbe presentato un conto più salato del previsto.
La questione delle primarie è sicuramente la più spinosa. Sono già state fissate per il 15 dicembre, e ci sarebbero già anche dei candidati: la dottoressa Alessandra Kustermann; il consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul; il consigliere di Sel Giulio Cavalli; il consigliere di Milano Roberto Biscardini; il direttore della rivista Valori Andrea Di Stefano. A cui poteva aggiungersi anche l'assessore al bilancio di Milano Bruno Tabacci.
Ora qualcuno si è già ritirato davanti ad Ambrosoli (come Pizzul); qualcuno dice di voler proseguire con la candidatura e di ritenere le primarie come irrinunciabile simbolo della democrazia interna (come Kustermann); qualcun altro dichiara di volersi ritirare dalla sfida ma di sostenere comunque l'idea che le primarie vadano fatte (come Cavalli); infine c'è chi pensa, più pragmaticamente, che le primarie a questo punto sarebbero inutili (come Tabacci).
Insomma idee chiare non ce ne sono e l'unica certezza è che le primarie, a questo punto, sono diventate un argomento scomodo per il centrosinistra della Lombardia. Ieri è stato il segretario del Pd Pierluigi Bersani a tentare di calmare le acque su questo tema: «Provo grandissima soddisfazione per la candidatura di Ambrosoli, con lui il problema dell'allargamento alla società civile è risolto. Mangiamo pane e primarie tutti i giorni - ha aggiunto - ma sono uno strumento che va valutato politicamente. Deciderà la coalizione a livello locale». Parole che puntano a rassicurare gli animi di coloro che in Lombardia non vogliono rinunciare alla consultazione del 15 dicembre, ma che suonano strane proprio nel giorno in cui Bersani si trova a Milano per promuovere la sua stessa candidatura alle primarie del centrosinistra nazionale. La decisione lunedì, e probabilmente ci sarà qualche mal di pancia.
Ambrosoli ha "spiazzato" il centrosinistra lombardo anche per un altro motivo: con la sua volontà di allargarsi ad un patto civico, aperto ai movimenti e alle associazioni, ha fatto capire che anche l'Udc dovrà partecipare alla coalizione. I confini della coalizione dovranno quindi allargarsi da subito. La definizione di "patto civico" dovrebbe infine accordare tutti.
Sul fronte del centrodestra, intanto, l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini è il candidato del Pdl, ma anche lui sarà sostenuto dalla sua lista civica "Onestà al potere", più altre liste. Anche qui non ci sarà una candidatura "marchiata" dai partiti, con l'obiettivo di strappare consensi al centro e soprattutto tra i delusi del centrodestra. Sarà proprio il centro, il polo dei "moderati", il vero terreno di scontro tra Ambrosoli e Albertini.
L'unico "politico" ufficiale in questa competizione elettorale è Roberto Maroni, segretario della Lega, che dovrebbe avere 2-3 liste civiche ma che ovviamente non rinuncerà al simbolo del Carroccio.
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IN CORSA
Umberto Ambrosoli Centrosinistra
Gabriele Albertini Centrodestra
Roberto Maroni Lega Nord
Avvocato, figlio di Giorgio Ambrosoli, punta a guidare una coalizione allargata al centro e al "civismo" e no alle primarie
Europarlamentare del Pdl ed ex sindaco di Milano per il centrodestra, è appoggiato dal Pdl. Si candiderà alla guida di una lista civica
Dopo il tentativo di presentare una candidatura unica del centrodestra, la Lega correrà da sola con l'ex ministro e attuale segretario Roberto Maroni

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