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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2012 alle ore 17:27.

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Non c'è pace nel Pdl. Nonostante il via libera alle primarie deciso giovedì dall'ufficio di presidenza, la tensione e le divisioni interne al partito si fanno sempre più marcate. La ragione è semplice: Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, al di là delle reciproche dichiarazioni di amore paterno e filiale, sono da giovedì ancora più distanti e non solo geograficamente (il Cavaliere è tornato in Kenia).

Le primarie vittoria di Pirro?
Il via libera alle primarie ottenuto da Alfano rischia di rivelarsi una vittoria di Pirro. Anche se Berlusconi non ha ancora pronto «il dinosauro», che minaccia di tirar fuori dal cilindro, tutti si aspettano una sua contromossa. La convinzione di alfaniani e berlusconiani è che l'ex premier non rinuncerà a prendersi la rivincita, deligittimando un Pdl che ha scelto di rinunciare al proprio leader e fondatore.

I sospetti sulla Meloni
L'ex premier ha detto pubblicamente che non presenterà una sua lista. Questo tuttavia non esclude che possa appoggiare più o meno indirettamente candidature alle premiership alternative a quella del segretario. Ad esempio quella di Giorgia Meloni, l'ex ministro dei giovani di provenienza aennina ma apprezzata anche da una parte degli azzurri più vicini al Cavaliere, la quale potrebbe raccogliere un consenso tutt'altro che impalbile. Non a caso la sua eventuale discesa in campo è vista con sospetto anzitutto dagli ex colonnelli di An, ovvero Gasparri e La Russa, i quali si sono affrettati a ribadire il loro pieno sostegno ad Alfano.

Lo spariglio del Cav. in Lombardia
Ma c'è anche un altro scenario, forse ancora più insidioso per l'ex Guardasigilli, che vede Berlusconi protagonista del riavvicinamento con la Lega alla vigilia delle elezioni in Lombardia. Quando Sandro Bondi, tra i fedelissimi del Cav., dichiara apertamente (si veda Il Sole 24 Ore di oggi) che il candidato migliore per il Pirellone è Roberto Maroni, lancia un messaggio neppure troppo criptico ai propri (ex) amici del Pdl che invece sono pronti a sostenere Gabriele Albertini. Potrebbe quindi avvenire che, ancor prima della conclusione delle primarie – a fine gennaio – il partito si divida sulla scelta del futuro governatore della Lombardia e quindi sulle alleanze per le elezioni politiche. La Lega infatti è disponibile a ricontrattare l'asse con il Pdl ma solo se avrà in cambio il sostegno a Maroni. Se questa fosse la partita che Berlusconi ha in mente di giocare, per Alfano e il Pdl si mette male.

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