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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2012 alle ore 15:35.

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L'Emilia conferma la fiducia al consigliere ribelle Favia, sbattezzato da Grillo e si prepara alle prossime assemblee divise tra fedelissimi e insofferenti. Siamo alla resa dei conti per il Movimento 5 Stelle dell'Emilia Romagna: quello, per chi si fosse perso qualche puntata, che ha prodotto due delle più acuminate spine nel fianco di Beppe Grillo, Giovanni Favia e Federica Salsi. I due, che passeranno alla storia grillina, come quelli che a telecamere che sembrano spente, ma che in realtà sono accesissime, attaccano la leadership del Movimento, attaccano il guru Grillo e il suo uomo ombra, Gianroberto Casaleggio.

Resa dei conti perché da qualche giorno sono iniziate le assemblee degli attivisti: luoghi al cui giudizio si rimettono gli eletti per avere la conferma nel proprio ruolo istituzionale. Se non la ottengono (ma questo al netto della discussa nuova norma la cosiddetta salva Bugani che dovrebbe togliere ai meet up questo potere) lasciano il ruolo. Il principio base dei 5 Stelle sta proprio qui, in queste assemblee in cui ognuno degli attivisti può dare il proprio giudizio sull'operato dei suoi eletti. E così a Piacenza, prima tappa dell'esame semestrale, il consigliere regionale Giovanni Favia viene confermato con un plebiscito da fare invidia alle vecchie percentuali bulgare del fu Pc emiliano. 78 voti a favore e solo 3 contro.

Tradotto: Grillo lo aveva scomunicato spiattellando sul suo blog: "Giovanni Favia non ha più la mia fiducia", la base del Movimento, incurante del pensiero del leader, gliela riconferma la fiducia e a pieno titolo. Morale: l'Emilia lancia un segnale, e piuttosto chiaro: non accetta imposizioni dall'alto, anche se quell'alto è rappresentato dall'uomo che è stata la loro guida fino ad oggi ("del doman non v'è certezza", ma questo è da un po' di secoli che si sa).

Ieri, in attesa dell'assemblea di mercoledì in cui di sicuro sulla graticola del giudizio finirà Federica Salsi (e il suo punto G televisivo), a Bologna si è tenuta invece l'assemblea degli epurati grillini: a guidarli Valentino Tavolazzi e Filippo Boriani. Sul tavolo della discussione ancora una volta le modalità di voto per scegliere i propri rappresentanti in Parlamento per le politiche. Sempre in tema di resa dei conti, e in Emilia Romagna ce ne sono tanti di conti aperti, così tanti da fare ipotizzare la prima scissione del Movimento, è arrivato il turno della forlivese Raffaela Pirini, consigliera comunale ‘non allineata', che avrebbe ricevuto una lettera a firma di Grillo. Top secret il contenuto, ma sono molte le voci che la danno come prossima espulsa dal Movimento.

Il 5 dicembre, infine, il test più difficile sempre a Bologna: il meet up con voto annesso che potrebbe essere lo spartiacque dei grillini. Bologna è la piazza rovente da cui sono partiti gli affondi più duri al vertice dei 5 Stelle e, allo stesso tempo, è roccaforte dei fedelissimi. Il risultato in questo caso è al di là di ogni possibili, e fondata, previsione.

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