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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2012 alle ore 06:40.

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ROMA
Vincenzo Maruccio come Franco Fiorito. L'ex capogruppo dell'Idv ieri è stato arrestato, in analogia con il numero uno del Pdl alla regione Lazio, con l'accusa di peculato. Un epilogo atteso. Ora resta da vedere se l'inchiesta guidata da Nello Rossi, procuratore aggiunto a Roma, con il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, avrà ulteriori sviluppi, che nessuno può escludere.
Maruccio «è uno dei tre consiglieri regionali più votati in Italia» hanno fatto notare gli inquirenti. Di certo il suo peso dentro l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro fino a poche settimane fa era molto alto. Per Maruccio «il suo entourage», aggiungono gli investigatori, ha fatto di tutto per coprirlo: è, questa, una parte ancora in corso del lavoro della procura. Con i soldi del gruppo regionale, come si vede dall'ordinanza firmata dal gip Flavia Costantini, il deputato Idv ha fatto quello che voleva. Secondo la procura si sarebbe appropriato in due anni di circa un milione di euro.
Una frenesia di spesa quasi senza limiti, visto che i soldi sono stati utilizzati persino in una sala giochi, a Roma, dell'ex tesoriere dell'Idv Lazio, Andrea Palma, dove Maruccio avrebbe perso una cifra nell'ordine di oltre 100mila euro. L'esponente dell'Idv pagava i suoi debiti di gioco con assegni. Tanto che durante gli interrogatori le dichiarazioni di Maruccio sui movimenti bancari venivano riscontrate in tempo reale dalla Guardia di Finanza. Ed erano quasi sempre smentite. Un modus operandi, quello degli assegni, che potrebbe lasciare spazio anche ad altre ipotesi investigative, compresa quella del riciclaggio. E l'inchiesta, a quel punto potrebbe allargarsi. Intanto è stato indagato per false dichiarazioni ai pm uno stretto collaboratore di Maruccio. Gli inquirenti sono a caccia di altri possibili favoreggiatori. Per il gip, Maruccio, che venerdì dovrà affrontare l'interrogatorio di garanzia, appare come una persona perennemente «pressata dalla necessità di reperire denaro» tanto che si spinge a prendere i risparmi della nonna e «non ha esitato a violare ogni regola». Per il suo difensore invece l'arresto appare come «uno strumento di pressione sull'indagato. Il mio assistito - spiega l'avvocato Luca Petrucci - si è presentato spontaneamente agli inquirenti. Ha offerto la massima collaborazione ma è arrivato l'arresto, che dovrebbe essere l'extrema ratio».
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