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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2012 alle ore 14:32.

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Il premier giapponese Yoshihiko Noda. (Afp)Il premier giapponese Yoshihiko Noda. (Afp)

Il premier giapponese Yoshihiko Noda ha deciso: venerdì scioglierà la Camera Bassa per convocare elezioni anticipate che, secondo quando riferito da ambienti della maggioranza governativa, si terranno il 16 dicembre prossimo. Tre giorni dopo, si terranno le elezioni presidenziali in Corea del Sud: sarà così completato il "cambio della guardia" nei tre principali Paesi dell'Asia orientale (che in Cina avviene questa settimana).

Noda ha accettato di convocare il popolo alle urne prima della scadenza naturale della legislatura (prevista nell'agosto 2013), anche se il Partito Democratico che guida va incontro a una sicura sconfitta dopo soli tre anni da una assunzione al potere che aveva interrotto il quasi-monopolio del Partito Liberaldemocratico nell'intero dopoguerra.

L'opposizione controlla la Camera Alta e già nell'agosto scorso aveva strappato a Noda la promessa di convocare «presto» le elezioni in cambio dell'acquiescenza a una serie di misure, tra cui il rialzo dell'imposta sui consumi; questa settimana ha acconsentito anche a risolvere il problema del "fiscal cliff" giapponese, ossia a non ostacolare una nuova legge che autorizzi il Governo a emettere bond a copertura del deficit, oltre a segnalare la disponibilità a una mini-riforma elettorale.

Le elezioni concidono con una fase di indebolimento dell'economia, ufficializzato con l'annuncio del calo dello 0,9% (-3,5% annualizzato) del prodotto interno lordo nel terzo trimestre, mentre la generalità degli economisti prevede che anche il quarto trimestre si chiuderà con il segno meno provocando la terza recessione dal 2008. Sul piano politico, la campagna elettorale che inizierà il 4 dicembre dovrebbe mettere in evidenza nuove formazioni di tendenze populiste, in versione spiccatamente nazionalista (come il "Partito del Sole" appena fondato dall'ex governatore di Tokyo Shintaro Ishihara) o localista (come il "Restoration Party" che fa capo al sindaco di Osaka Toru Hashimoto).

La vittoria dovrebbe andare al Partito Liberaldemocratico e quindi il nuovo premier sarà probabilmente Shinzo Abe, già premier per meno di un anno tra il settembre 2006 e il settembre 2007. Le sue ultime dichiarazioni vanno nel senso di un interventismo nell'economia: promette una maximanovra di stimolo (anche attraverso una ripresa della spesa per opere pubbliche), mentre premerà sulla banca centrale perché risolva una volta per tutte il problema della deflazione impegnandosi sul serio a conseguire un target di inflazione (anche superiore all'attuale vago obiettivo di massima dell'1%). Anche a costo di stampare yen in quantità illimitata.

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