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Questo articolo è stato pubblicato il 14 novembre 2012 alle ore 22:06.

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Il tempo stringe nel Pdl per individuare l'anti-Zingaretti alle elezioni regionali, previste il 10 e 11 febbraio 2013. La strada maestra per selezionare il candidato per la poltrona della dimissionaria Renata Polverini restano le primarie. Da abbinare magari a quelle nazionali, fissate dal segretario nazionale Angelino Alfano a partire dal 16 dicembre.

Nodo primarie da sciogliere nel Pdl
Si aspettava la data delle elezioni nel Lazio per ufficializzare il giorno della consultazione. Ma la decisione non è ancora stata presa. «Il nodo primarie sarà sciolto entro questa settimana», assicura Vincenzo Piso, coordinatore regionale del Pdl che indica il 16 dicembre come ultima data utile. Del resto, va ancora adeguato il regolamento regionale per la consultazione alla bozza di regolamento nazionale. E, soprattutto, va discusso con il segretario Angelino Alfano il nome della nuova lista. Visto che il simbolo del Pdl, fortemente appannato dopo lo scandolo Fiorito, dovrebbe uscire di scena nel Lazio.

Inversione di rotta necessaria
Le settimane rimaste per organizzare una macchina in grado di tenere testa a un avversario ostico come Nicola Zingaretti, in campo dal 16 luglio, sono davvero poche. Ma la strada sembra tracciata. «È necessaria un'inversione di rotta – dice Piso – serve un candidato di garanzia, con una squadra nuova, capace di riconquistare l'elettorato deluso di centrodestra». La missione è difficilissima per uno schieramento che nel Lazio sembra oggi di fronte al bivio: rinnovarsi o sparire. E le primarie potrebbero essere il modo per iniziare a ricreare partecipazione dal basso.

Nel totonomi Matone, Todini e Petrucci
Nel Pdl si aspettano in queste ore gli esiti dei sondaggi commissionati per testare l'appeal di alcuni possibili candidati provenienti dalla società civile. In primis il magistrato Simonetta Matone, vicecapo del Dap. Ma anche l'imprenditrice Luisa Todini. Così come nel totonomi è spuntato negli ultimi giorni quello del presidente del Coni Gianni Petrucci. In attesa della data delle primarie e dei tempi e delle modalità per presentare le candidature, sono già in pista il senatore Stefano De Lillo e il presidente dell'Ater di Roma, Bruno Prestagiovanni. Tra i nomi più accreditati a candidarsi ci sono anche i capicorrente Andrea Augello e Fabio Rampelli. Ma anche l'ex ministro Giorgia Meloni. Armando Cusani, presidente della Provincia di Latina. E ancora l'ex sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Giro, il vicesindaco di Roma Sveva Belviso. E, ultimo a fare capolino, l'ex Guardasigilli Nitto Palma.

Incognita Udc
Certo è che sulle elezioni nel Lazio pesa l'incognita Udc. Dopo lo scandalo dei fondi del Pdl sperperati da Franco Fiorito, il partito di Casini (da sempre all'opposizione in Campidoglio della giunta Alemanno) chiede discontinuità anche alla Regione, dove ha governato per oltre due con la Polverini. E non sembra più intenzionato a governare con il centrodestra. Tuttavia l'Udc è in imbarazzo a sostenere il candidato del Pd Zingaretti, appoggiato da Sel. I giochi potrebbero riaprirsi per l'Udc solo in cambio dell'appoggio del Pd (senza primarie) a un candidato di suo gradimento per il Campidoglio: in primis il ministro per la cooperazione internazionale Andrea Riccardi. Ma al di là dei dubbi di Riccardi, che ha già declinato l'invito a scendere in pista, il Pd non ha nessuna intenzione di rinunciare alle primarie per scegliere il candidato di centrosinistra nella sfida ad Alemanno. E se non si esce dall'impasse l'Udc potrebbe correre da sola.

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