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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2012 alle ore 13:22.

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«Caro Monti la prego, si candidi. Lei da anni svolge incarichi importanti e con il suo governo ha segnato una forte discontinuità. Oggi che i partiti sono in stato confusionale, solo lei può battere l'astensione e attrarre gli incerti». Con queste parole, contenute in una "lettera aperta" al presidente del Consiglio che sarà pubblicata nel numero dell'Espresso domani in edicola, l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari chiede a Mario Monti di candidarsi alla premiership.

«Ammesso e non concesso che i provvedimenti adottati dal suo governo, rappresentino gli "elementari" per affrontare la crisi, come può pensare che partiti e leadership politiche siano pronti a ricevere il testimone?», scrive il professore di filosofia, che non manca di sottolineare come su alcune misure l'azione del governo non sia stata risolutiva: come sulle «liberalizzazioni, tanto care alla sua cultura, per le quali, lo ammetterà, poco o nulla lei è riuscito fin qui a fare».

Inoltre la situazione politica è «ancora più drammatica che all'inizio del suo mandato. Il Pdl è in stato confusionale. Il Pd naviga nel bicchiere d'acqua in tempesta delle sue primarie. Crolla perfino Di Pietro!». C'è Grillo, aggiunge, «magari al 20%, ma è un po' arduo presentarlo alla Bundesbank, le pare?».

Secondo Cacciari, inoltre, «un ritorno di Monti post festum non risolverebbe nulla. Un Monti-bis senza alcuna propria base parlamentare governerebbe ancora meno di quanto abbia governato il Monti-uno». Da qui l'appello: «Presidente, ancora uno sforzo. Dia ascolto alla sua vocazione politica! E se non la possiede, la finga! Si candidi. Solo la sua candidatura a capo di un suo movimento può prosciugare molta astensione, e ancora più consensi attrarre da altre aree politiche in crisi».

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