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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2012 alle ore 13:19.

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Due "scippi" in meno di 24 ore sono più che un indizio per cominciare a credere che la campagna elettorale abbia preso il sopravvento nella discussione sulla ripartizione delle risorse stanziate dalla legge di stabilità. Dopo il fondo per l'Irap dei professionisti (500 milioni in due anni) nella nottata di ieri la "strana maggioranza" ha battuto il Governo sfilando 250 milioni dal fondo per la detassazione della produttività e dei salari dei lavoratori.

Nobile e più che giustificato il fine, ovvero il finanziamento di interventi mirati per le popolazioni colpite dalle alluvioni di questi ultimi giorni. Ma ciò che fa annusare con questo intervento una scelta dettata soprattutto da fini elettorali è proprio il fatto che sia stata la "strana maggioranza" a volersi attribuire la paternità dell'intervento. Che come tutti gli interventi d'urgenza in caso di calamità dovrebbe restare prerogativa del Governo con l'emanazione di appositi decreti legge e non certo con la legge di stabilità.

E anche in questo caso la coperta si è rivelata sempre troppo corta. Con lo scippo di questa notte a pagare il conto saranno ancora le imprese e i lavoratori che si sono visti sottrarre 250 milioni di euro dal tavolo del confronto sulla detassazione della produttività. Un cambio in corsa voluto dal Governo, potrebbero replicare dalla maggioranza. Ma forse un atto dovuto se la copertura inizialmente proposta dai due relatori, ovvero le penali per il Ponte sullo Stretto, è stata bocciata dalla Ragioneria che considera quelle somme necessarie per risolvere la partita del contenzioso possibile sulla grande opera.

Uno scippo che poi segue di poche ore quello perpetrato ai danni delle imprese soggette a Irap con la creazione di un fondo ad hoc per esentare dall'imposta regionale i professionisti e le imprese individuali prive di autonoma organizzazione. Oltre 500 milioni in due anni destinati inizialmente dal Governo al taglio dell'Irap con la riduzione del costo del lavoro per le imprese di piccole dimensioni, artigiani e commercianti sono stati infatti parcheggiati in un fondo dal destino quanto mai incerto. Siamo davvero nella situazione di poter "congelare" per due anni 248 milioni e per tre altri 292 milioni? Fino al 2014, quando il taglio dell'Irap entrerà in vigore quel fondo rischia seriamente di restare inutilizzato. Peraltro per chiudere decisamente meglio la delicata partita sulle esenzioni Irap di chi è realmente privo di autonoma organizzazione una delega già esiste ed è stata inserita dalla stessa maggioranza di Montecitorio poche settimane prima nell Ddl di riforma del Fisco ora in discussione al Senato. Perché crearne un'altra ad hoc con la legge di stabilità (sarà un Dm dell'Economia a chiarire chi è un soggetto Irap strutturato e chi non lo è) e dotarla di una ricca dote?

Eppure soltanto all'inizio di questa settimana sempre la "strana maggioranza" ha faticato non poco a trovare le risorse necessarie per soddisfare le migliaia di richieste di aiuto da finanziare con il Fondo per il sociale. Pensare allora che quei 500 milioni in due anni possano prendere una strada diversa quando l'esame della stabilità passerà al Senato non è peccato. Le poste in ballo sono ancora tante e tutte dal vago sapore pre-elettorale, dal rimpinguare i fondi per il comparto sicurezza (anch'esso tutelato nella notte con il parere contrario del Governo) alle risposte da poter dare all'Anci con le sue deroghe al patto di stabilità interno. Due settori per fare un esempio non a caso che sono cari tanto nelle rispettive proporzioni alla "strana maggioranza". Starà alla strana maggioranza dimostrare con i fatti che le preoccupazioni sono infondate e che la campagna elettorale non la spunti sulla necessità di rilanciare produttività e sostenere i salari.

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