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Questo articolo è stato pubblicato il 16 novembre 2012 alle ore 22:07.

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La Francia contro l'EconomistLa Francia contro l'Economist

Il governo francese ha reagito a tamburo battente alla copertina dell’Economist, che nell’edizione di oggi presenta la Francia come la “bomba a orologeria nel cuore dell’Europa”. E a tamburo battente la polemica è esplosa sulle prime pagine dei siti web della stampa d’Oltralpe.

L’Economist mostra in copertina un fascio di baguette, tenute insieme come un candelotto di dinamite dal tricolore blu, bianco e rosso. Il giornale britannico attacca il presidente francese François Hollande, sostenendo che invece di fare grandi riforme come altri Paesi europei, ha preso una serie di misure di sinistra, aumentando tra l’altro le tasse sulle imprese, sulla ricchezza, sul capitale gain e sui dividendi. L’Economist avverte che la crisi nell’eurozona potrebbe scoppiare già l’anno prossimo (sarà l’eurogeddon) e che la Francia, piuttosto che l’Italia o la Spagna, potrebbe essere il Paese dove si deciderà il destino dell’euro.
Le reazioni del governo francese sono alla ribalta su tutte le homepage.

Il ministro delle Finanze, Pierre Moscovici, ha replicato sulle colonne del Financial Times, senza mai citare il magazine britannico, insorgendo contro il “French bashing” (le bastonate ai francesi): “La Francia non è il malato d’Europa, è la quinta potenza economica mondiale, che ha tutte le risorse e deve solo rilanciare la sua competitività”.
Il ministro della Giustizia, Arnaud Montebourg, ha liquidato l’Economist come il “Charlie Hebdo della City”, riferendosi al giornale satirico francese che ha più volte scatenato il putiferio con le sue copertine sull’Islam. Il primo ministro Jean Marc Ayrault ha detto che il giornale britannico ricorre agli eccessi per vendere copie, “La Francia non è per nulla impressionata”.
Critica anche Laurence Parisot, la responsabile del Medef, la Confindustria francese, che considera la copertina “esagerata” e osserva che l’Economist “ha una battuta di ritardo, perché il suo dossier è stato concepito prima del rapporto Gallois e delle prime decisioni sulla competitività”.

L’Economist replica a sua volta: in un’intervista a Les Echos. Il direttore per l’Europa John Peet risponde a Parisot e a Montebourg
Le Figaro, sulla prima pagina del suo sito, ricorda che l’Economist ha “una tradizione di copertine choc antifrancesi”. “Le copertine ironiche o pessimiste sulla Francia sono moneta corrente”, scrive il quotidiano, ricapitolando in immagini sette anni di “French bashing”.
“Parigi risponde alla copertina choc dell’Economist”, titola ancora Le Figaro.
Anche Le Monde ha ricordato che non è la prima copertina “antifrancese” dell’Economist. E con una certa soddisfazione ha osservato che “nonostante il titolo choc” dell’Economist, la Francia continua a prendere denaro in prestito sui mercati finanziari a condizioni “molto interessanti”, anzi in certi casi non ha mai pagato così poco.

 

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