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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2012 alle ore 15:13.

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Fischio finale dell'arbitro irlandese Alain Rolland. Nel secondo tempo (terminato 29-3 per gli ospiti) la Nuova Zelanda raccoglie i frutti del suo lavoro. L'Italia ha tenuto per un'ora con i campioni del mondo e, oltre alla difesa e alla pressione, ha mostrato anche buoni sprazzi di gioco. Può essere che pure i cambi abbiano giocato a favore degli ospiti, ma la differenza di valore non è certo in discussione. Solo, il "gap" finisce per essere un po' troppo pesante rispetto a quanto si è visto in campo. All'Olimpico di Roma Italia 10, Nuova Zelanda 42

76': 10-42. Savea fa doppietta in velocità contro una difesa sfiancata. Cruden centra la facile trasformazione. Intanto Conrad Smith viene eletto man of the match

74': 10-35. Questa volta la prova tv dice "sì" alla Nuova Zelanda. Nonu lancia Savea che va in meta nonostante il tentativo di placcaggio di Botes. Cruden non trasforma, ma l'Italia ora è stanca

72': sempre 10-30. La prova tv nega la meta a Cruden, azzurri "salvi" grazie a Botes

69': 10-30. Azione veloce dei trequarti, sulla verticale si inserisce Jane, evita un placcaggio e va in meta. Cruden trasforma (per lui 6 su 6 nei calci fermi)

61': ancora 10-23. Italia sempre in partita. Con l'arma della pressione Parisse e compagni costringono gli All Blacks a una serie di imprecisioni, conquistando mischie e penalty

57': punteggio immutato sul 10-23. Nell'arco di pochi minuti l'Italia ha cambiato tutta la prima linea: Cittadini, Giazzon e De Marchi per Castrogiovanni, Ghiraldini e Lo Cicero. Fuori anche il mediano di mischia Gori (sicuramente positivo), al suo posto Botes

53': 10-23. Azione inisistita degli azzurri, che (per ora) non mollano, e tre punti vengono da un drop di Orquera

49': 7-23. Secondo assist vincente di Conrad Smith, stavolta per Ma'a Nonu, che di forza trova lo spazio per la meta. Cruden trasforma

46': ancora 7-16. Primi cambi: per l'Italia Barbieri al posto dell'ottimo Favaro, per la Nuova Zelanda Coles per Melamu e Ben Franks per Faumuina

44': 7-16. Non rilevato un placcaggio al collo su Orquera, la Nuova Zelanda ha a disposizione una mischia "ai cinque", poi conquista una punizione per fuorigioco e Cruden centra ancora i pali

Fine primo tempo: 7-13. Ottima Italia, in grado di mettere in difficoltà più volte i campioni del mondo. Gli azzurri placcano puntualmente, recuperando anche situazioni difficili. Con la palla in mano, poi, l'Italia è decisamente più intraprendete ed efficace del solito. L'ultima azione prima del riposo è un assolo di Gori che sorprende due avversari e si avvicina pericolosamente alla meta. Incontro assai soddisfacente, finora, per l'Italia, e anche piuttosto equilibrato. La meta di Sgarbi entrerà nella storia, perché non viene da una circostanza occasionale ma è stata costruita e voluta, metro dopo metro, costringendo i campioni del mondo a cedere.

34': sempre 7-13. Ancora un pallone rubato dall'Italia, "corss" di Sgarbi dall'asse centrale del campo verso l'out sinistro, arriva Mirco Bergamasco che sprinta e viene fermato a cinque metri dalla linea di meta. Italia più che legittimamente in partita: grandi placcaggi, con il reparto di terza linea su tutti

28': ancora 7-13. Un placcaggio "combinato" Mirco Bergamasco-Favaro nega la meta a Savea

26': 7-13. Magnifica meta dell'Italia! La segnatura porta la firma di Alberto Sgarbi, che ha trovato il varco giusto dopo una pressione azzurra durata almeno cinque minuti. Punizione giocata in touche, con un paio di tentativi di andare in meta frustrati per poco, poi una punizione a cinuqe metri dalla linea con gli azzurri che scelgono la mischia, in seguito un'altra mischia a favore, altre incursioni e infine la meta, meritatissima. Orquera trasforma, l'Olimpico è un forno di passione

19': 0-13. Infrazione Italia e Cruden segna un altro calcio piazzato

17': 0-10. Primo break neozelandese. Slalom di Cruden, Conrad Smith raccoglie palla a terra e fa il vuoto, poi serve il capitano Kieran Read che va a meta in mezzo ai pali. Cruden trasforma. Ora si tratta di cominciare a verificare la tenuta, anche mentale, dell'Italia, che fino ad adesso non si era comportata male,

12': 0-3. Fuorigioco difensivo dell'Italia e facile calcio piazzato di Cruden

9': ancora 0-0- E' l'Italia a entrare per prima nell'area dei 22 metri avversaria, grazie a una bell'azione, partita da Gori, molto attivo, e arrivata fino all'incursione di forza di Venditti, ma poi c'è una mischia per gli All Blacks, che due minuti prima avevano "rubato" una rimessa laterale dopo una punizione (la prima del match) a favore degli azzurri

5': ancora 0-0. Italia concentrata e decisa, finora si gioca nella parte centrale del campo, senza occasioni da una parte o dall'altra.

Ancora prima della Haka, il prepartita si accende con l'inno di Mameli cantato da Katia Ricciarelli. E intanto il ct neozelandese Steve Hansen fa sloggiare alcuni giornalisti sisitemati in tribuna alle sue spalle. Si teme ormai lo spionaggio su giocate e utilizzo della video-analisi, ma francamente sembra un atteggiamento dettato da ossessioni un po' troppo spinte: a questo punto, bisognerà dire addio alla bella tradizione che vuole i ct in tribuna?

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