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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2012 alle ore 19:15.

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L'allenatore degli All Blacks Steve Hansen (a sinistra) con il capitano Richie McCaw durante il match dell'Olimpico (Afp)L'allenatore degli All Blacks Steve Hansen (a sinistra) con il capitano Richie McCaw durante il match dell'Olimpico (Afp)

I complimenti più sinceri a questa Italia arrivano forse da Steve Hansen, allenatore della Nuova Zelanda. Prima di iniziare a rispondere alle domande dei giornalisti in conferenza stampa, il tecnico degli All Blacks ha voluto esordire facendo le "congratulazioni all'Italia per aver giocato una buona partita", certamente "migliore" di quella di San Siro di tre anni fa. "Il pubblico è andato a casa soddisfatto", ha continuato Hansen, precisando che "se l'Italia vuole diventare una grande squadra deve imparare a giocare e oggi lo ha fatto, tanto che siamo stati per circa un'ora una meta a testa".

Già solo 60 minuti, perché sul finale gli Azzurri hanno ceduto, forse perso in "lucidità" - come ha fatto notare il capitano italiano Sergio Parisse - e visto il punteggio dei campioni del mondo aumentare a grande velocità fino a fermarsi sul 42 a 10 al fischio dell'arbitro, con il primo tempo che si era chiuso sul 13 a 7. Ha parole di incoraggiamento per l'Italrugby anche Kieran Read, oggi al primo cap come capitano dei tutti neri, secondo il quale "l'Italia è migliorata molto negli ultimi tre anni". Lo spartiacque è sempre la sfida del novembre 2009, quando la mischia azzurra fu la grande protagonista della partita di Milano. Oggi, gli uomini del pack si sono confermati all'altezza, la differenza però l'hanno fatta i tre quarti.

"Il match di oggi è un punto di partenza importante", ha dichiarato l'estremo Andrea Masi, ricordando che "Jacques (Brunel, il ct della nazionale italiana, ndr) ha sempre creduto in noi tre quarti. Ha sempre voluto un gioco più spregiudicato" e oggi il tentativo di costruire qualcosa e di provare a imporre il proprio gioco c'è stato, anche se di fronte c'erano i numeri uno al mondo e il risultato finale "è un punteggio forse troppo pesante ma in fondo è la differenza che c'è tra noi e loro", ha continuato il capitano Parisse che ha voluto sottolineare quanto l'Italia sia riuscita a "dimostrare di poter proporre qualcosa anche in attacco". In ottica Sei Nazioni una Italia così fa ben sperare. Giocare a questo livello potrebbe far diventare la nazionale un avversario temibile per chiunque.

Tuttavia, nelle parole di Martin Castrogiovanni c'è contemporaneamente il limite e la sfida che l'Italia deve affrontare se vuole accreditarsi finalmente tra le grandi dell'ovale. "Oggi abbiamo fatto una grande prestazione, ma è facile trovare le motivazioni contro gli All Blacks. Dobbiamo trovare gli stimoli per giocare sempre così, contro qualsiasi avversario", specie quelli più abbordabili sulla carta, "perché se avessimo giocato così contro Tonga vincevamo di 30 punti" e invece abbiamo sofferto fino all'ultimo. E a proposito di sofferenza, deve aver subito la tensione dei 75mila dell'Olimpico Katia Ricciarelli. Chiamata a cantare l'inno di Mameli, la soprano ha accorciato una strofa, riprendendo il tempo giusto anche grazie all'aiuto del pubblico, ma non evitando di diventare il bersaglio di tante critiche in rete e sugli spalti.

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