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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 06:40.
MILANO
È un film senza interi spezzoni, scene tagliate che i magistrati di Milano stanno cercando di rimettere insieme. Appare così il sequestro-lampo di Giuseppe Spinelli, cassiere, uomo di fiducia di Silvio Berlusconi e ufficiale pagatore delle ragazze delle feste di Arcore. Spinelli è stato sequestrato più di un mese fa per una notte, tra il 15 e il 16 ottobre, ma la notizia è trapelata soltanto ieri quando sono scattati gli arresti per sei persone. Secondo il gip di Milano Paola Di Lorenzo, che ha firmato le richieste del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Paolo Storari, la banda si preparava a prelevare circa otto milioni da alcune cassette di sicurezza e a portarli in Svizzera. In manette sono finiti Francesco Leone, legato al clan Parisi di Bari, ex pentito, considerato il capo della banda; Alessio Maier, con precedenti per associazione a delinquere; Pierluigi Tranquilli, incensurato, titolare di una società immobiliare; e poi tre albanesi con precedenti penali, Iljrian e Laurenc Tanko e Marjus Anuta. Nelle 67 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare sono descritte le scene del film finora "in chiaro". Ma ci sono anche tutti i buchi neri di una vicenda che resta avvolta nel mistero.
Sono le 21,45 di lunedì 15 ottobre. Di ritorno da Arcore, Spinelli viene aggredito sul pianerottolo di casa, spinto nel suo appartamento e tenuto segretato insieme alla moglie. Due uomini incappucciati, ai quali se ne aggiunge presto un terzo (il capo della banda) gli chiedono di chiamare Berlusconi perché in possesso di elementi tali da ribaltare il processo di appello del lodo Mondadori. Chiedono – spiegherà lo stesso Spinelli ai pm – una ricompensa pari «all'equivalente del 6% di 560 milioni di euro», vale a dire circa 35 milioni. A Spinelli mostrano un foglio su cui c'è scritto lodo Mondadori, De Benedetti, i nomi di due avvocati, del procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno, e in cui si parla di una cena tra Gianfranco Fini e alcuni magistrati ai quali il presidente della Camera avrebbe chiesto di aiutarlo a mattere in difficoltà Berlusconi. I rapitori hanno anche una chiavetta e un dvd dove, sostengono, vi sono 7 ore e 41 minuti di registrazioni che danneggerebbero De Benedetti. Ma il pc di Spinelli non riesce a leggerli. Alle 8 del mattino Spinelli riesce a parlare con Berlusconi. Non dice di essere stato rapito e l'ex premier lo fa richiamare dall'avvocato Niccolò Ghedini. Alle 9 i rapitori lasciano l'abitazione. A mani vuote, inspiegabilmente.
Cominciano così 36 ore di buco, 36 ore avvolte nel giallo. Perché Spinelli non va dai carabinieri a sporgere denuncia. No, corre ad Arcore da Berlusconi e Ghedini. Poi torna a casa, fa le valigie insieme alla moglie e viene portato in un luogo sconosciuto dove si trova tuttora, protetto non dalla polizia ma dalla sicurezza di Berlusconi. Solo mercoledì 17 Ghedini invia un fax alla procura di Milano per denunciare il rapimento. Cosa è successo in quelle 36 ore? I pm ipotizzano che potrebbe essere stato pagato un riscatto che la banda si preparava a mettere al sicuro a Lugano, probabilmente presso la Raiffeisen Bank. Dovevano prelevare i soldi ieri mattina e così i pm hanno dovuto chiederne l'arresto. Nelle cassette di sicurezza sarebbero state trovate centinaia di migliaia di banconote malamente falsificate. Ma uno dei presunti rapitori, Pierluigi Tranquilli, aveva da poco ordinato una Ferrari 458 Spider da 226.800 euro. La sua società, la Tranquilli Immobiliare, nel 2011 ha però registrato solo 795 euro di utili.
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La vicenda
LA RICOSTRUZIONE
Il sequestro lampo
La notte tra il 15 e il 16 ottobre scorso il tesoriere dell'ex premier Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli, insieme alla moglie è stato sequestrato nella sua abitazione e poi subito rilasciato
Gli arresti
Ieri mattina, sei malviventi (tre italiani e tre albanesi) sono stati arrestati, in riferimento al sequestro Spinelli, mentre stavano prelevando una grossa somma di denaro in banca
I PUNTI OSCURI
Il riscatto di 35 milioni
I malviventi, durante il sequestro, avrebbero telefonato a Berlusconi, chiedendogli 35 milioni in cambio della liberazione di Spinelli
Fini e il Lodo Mondadori
Inoltre, i malviventi avrebbero offerto a Berlusconi un filmato in cui Gianfranco Fini parlava con tre giudici, per incastrare l'ex premier sulla vicenda del Lodo Mondadori