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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 10:24.

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Cala il potere d'acquisto delle famiglie
Il potere d'acquisto delle famiglie é calato del 3,8% tra il 2008 e il 2011. È quanto si legge nel Bilancio sociale dell'Inps. «Anche il 2011 - si legge nel testo - é stato un anno di crisi per l'economia italiana e di difficoltà per le famiglie. Dall'elaborazione dei dati Istat si evidenzia che il Pil si é incrementato rispetto al 2010 solo dello 0,2% e che i redditi delle famiglie ne hanno risentito in maniera rilevante, considerato che sono aumentati dell'1,9% in termini monetari ma si sono ridotti dello 0,9% in termini reali. Il potere d'acquisto delle famiglie si riduce per il terzo anno consecutivo: complessivamente dal 2008 ad oggi la riduzione é stata del 3,8% (che sale al 5,2% rispetto al 2007). Questa situazione avrebbe potuto essere ben più grave senza l'intervento compensativo delle prestazioni sociali. Infatti negli anni di riduzione del reddito primario l'aumento delle prestazioni sociali ha attutito la caduta del reddito disponibile».

Minimo storico per le domande di pensione di vecchiaia
Brusca frenata, nel 2011, per le nuove domande di pensioni di vecchiaia e anzianità, che raggiungono il minimo storico (quota 360.335) per effetto del blocco seguito allôintroduzione della "finestra mobile". Infatti, fino al 2010, «poteva accedere alla pensione anche una quota di lavoratori che maturavano i requisiti di età e contribuzione nello stesso anno della decorrenza», spiega l'Inps. Diversamente, dal primo gennaio 2011, nessun lavoratore ha più avuto la possibilità di accedere alla pensione nello stesso anno di raggiungimento dei requisiti selettivi, dal momento che la "finestra mobile" ha previsto un differimento della decorrenza
di dodici mesi o diciotto mesi. Questa «diversità di contesto normativo ha determinato, nell'anno 2011, l'assenza di una quota consistente di aspiranti alla pensione, la conseguente contrazione dei trattamenti liquidati e, soprattutto, il minimo storico delle nuove domande di Vecchiaia e Anzianità", conclude l'Inps.

Peggiorano i conti dell'Inps
Peggiorano i conti dell'Inps. Nel 2011 l'avanzo finanziario è calato a 1,29 miliardi di euro rispetto a 1,66 miliardi di euro del 2010 (-367 milioni). Si tratta dell'ultimo bilancio Inps approvato prima della fusione con Inpdap ed Enpals. «La riduzione dellôavanzo complessivo - spiega l'Istituto - è costante dal 2008 in poi, essa è dovuta a un insieme di fattori tra i quali i maggiori sono stati l'incremento delle prestazioni istituzionali, in particolare l'incremento connesso agli ammortizzatori sociali, e una dinamica modesta dellôincremento dei contributi. E evidente come questi fattori siano stati, nella crisi economica che dal 2008 ad oggi caratterizza il
nostro paese, uno degli elementi fondamentali di spiegazione della riduzione dellôavanzo di bilancio». Se si considera il bilancio economico, il risultato di esercizio risulta negativo per 2,261 miliardi, in aumento rispetto a quello dellôanno precedente. Il disavanzo economico che si ottiene una volta fatti gli accantonamenti ai fondi di riserva si colloca a un valore negativo di 5,057 miliardi (da 4,12 mld del 2010).

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