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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2012 alle ore 06:37.

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ROMA
Si rallegra con le imprese e i sindacati per «l'eccellente e duro lavoro di due mesi», sottolineando come non sia stato «facile trovare l'intesa, passo importante per il rilancio delle imprese e la tutela dei lavoratori». E poi dà quella conferma che le parti sociali si attendevano: l'accordo tra imprese e sindacati, non sottoscritto solo dalla Cgil, crea le condizioni per confermare le risorse stanziate nella legge di stabilità: e cioè 2,1 miliardi di euro destinati alla detassazione del salario di produttività. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, l'ha detto ieri sera a imprese e sindacati, nella sala Verde di Palazzo Chigi, lo ha ripetuto alla fine dell'incontro nella conferenza stampa.
La Cgil, come era prevedibile già dalla vigilia, non ha aderito. Ma nonostante la mancanza della firma di Susanna Camusso, unica su nove organizzazioni, per il governo l'accordo è «completo, condiviso, autosufficiente», un «passo importante» per innalzare la produttività e la competitivtà del paese e renderlo più attraente per gli investimenti esteri, come hanno sottolineato sia Monti, sia il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, e come è scritto nel comunicato finale di Palazzo Chigi.
La Camusso, nonostante i ripetuti inviti del presidente del Consiglio, non ha voluto partecipare alla conferenza stampa finale. Resta l'auspicio che la Cgil possa avere una «evoluzione» della sua posizione e firmare «nell'interesse dei lavoratori e del paese», ha detto il presidente del Consiglio.
«Non c'è stata la volontà di isolare nessuno, né abbiamo messo una data entro cui trovare l'accordo. Sono le parti che hanno ritenuto maturi i tempi. La firma della Cgil sarebbe significativa, ma non per la validità dell'accordo che c'è dal punto di vista degli impegni del governo», ha detto Monti, sottolineando più volte che il governo ha sollecitato la trattativa, ma che imprese e sindacati l'hanno lavorato in piena autonomia.
Ora, come ha detto Passera, il prossimo passo sarà il varo del Dpcm per attuare i contenuti dell'accordo: verranno messe nero su bianco le modalità per poter accedere alla defiscalizzazione e chiarire le modalità di erogazione delle risorse, un lavoro che sarà fatto con le parti sociali. Passera ha anche detto che le risorse potrebbero ancora aumentare durante l'iter parlamentare, mentre il ministro del lavoro, Elsa Fornero, ha annunciato per la prossima settimana il provvedimento sulla partecipazione dei lavoratori, uno dei punti dell'accordo.
L'incontro a Palazzo Chigi è durato meno di due ore, aperto da Monti che ha sottolineato il momento economico che il paese sta vivendo e l'importanza del contributo delle parti sociali. Poi è intervenuto Passera, specificando l'entità delle risorse e che l'accordo non esclude nessuno dalle trattative contrattuali.
Subito dopo il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha letto una sintesi del documento cui hanno aderito le cinque organizzazioni imprenditoriali, Confindustria, Abi, Alleanza delle Coop, Abi, Rete Imprese Italia, e dai sindacati Cisl, Uil e Ugl. A seguire, gli interventi dei sindacalisti, con la Camusso che ha confermato il suo no, e che è stata protagonista di un botta e risposta con il presidente del Consiglio: alla sindacalista che ha chiesto la detassazione delle tredicesime, Monti ha risposto che non è possibile per le condizioni di finanza pubblica. Dopodiché il governo ha sospeso la riunione per analizzare il documento. Mezz'ora di riflessione e poi la conclusione: accordo valido, le risorse ci saranno.
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I CONTENUTI DELL'ACCORDO SULLA PRODUTTIVITÀ
Formazione
Le parti sociali, per rendere ancor più agevole ed efficace l'azione dei Fondi interprofessionali per la formazione, anche nella prospettiva del potenziamento delle politiche attive, auspicano nel protocollo d'intesa la chiara affermazione per legge della loro natura privatistica
Mansioni e orari
Verranno affrontate in sede di contrattazione collettiva questioni ritenute strategiche come l'organizzazione dei sistemi di orari, le tematiche relative all'equivalenza delle mansioni e l'integrazione delle competenze, l'impiego di nuove tecnologie in un quadro di tutele per i lavoratori
Patto intergenerazionale
Le parti si impegnano a trovare soluzioni per favorire la transizione dal lavoro alla pensione, creando nuova occupazione in una logica di «solidarietà tra generazioni».
Servono misure, però, per garantire un'adeguata e certa copertura contributiva.
Esigibilità
Le intese sulla rappresentanza dovranno prevedere anche disposizioni per garantire, nel rispetto dell'accordo del 28 giugno 2011, l'esigibilità degli accordi di secondo livello e il rispetto delle clausole di tregua sindacale e di prevenzione e risoluzione delle controversie collettive

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