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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2012 alle ore 18:05.

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«Ho scelto di stare davanti alla porta». Nulla di strano visto che stiamo parlando di un grande mito del calcio italiano, Sandro Mazzola, campione della Grande Inter e della Nazionale. Eppure non è stato un percorso sul velluto. Perché nel calcio non basta un cognome importante per spianarti la strada. Semmai è un fardello, un continuo confronto, un dito perennemente puntato addosso pronto a sottolineare le inadeguatezze. E Sandro, agli esordi, tutto questo lo ha sofferto un po'. La figura di Valentino Mazzola, il padre perso troppo presto nella terribile tragedia di Superga, lo ha guidato come un'ombra nelle scelte private e di carriera. Ai primi confronti sui campetti di periferia ha pensato bene di darsela a gambe scegliendo il basket. Tutto più facile, l'asticella delle aspettative più bassa. Eh, sì, la Beneamata e la maglia azzurra hanno rischiato di perdersi per strada un pezzo di storia, ma il richiamo per campo da calcio è stato più forte di tutto e il ragazzino timoroso, all'improvviso, dopo una notte insonne, sceglie di stare davanti alla porta.

«…noi Mazzola non eravamo fatti per giocare a pallone con le mani, ma coi piedi. Era un destino già scritto».
Come già scritti nel suo destino erano i colori nerazzurri, una seconda pelle sognata, inseguita, vissuta, goduta fino in fondo. Questo e molto altro ha voluto raccontare nella sua biografia, scritta con Marco Civoli, amico e compagno di avventura nella cavalcata trionfale dei Mondiali in Germania . Hanno commentato insieme il sogno azzurro fino all'apoteosi di Berlino e tra un viaggio e l'altro, tra un aneddoto e l'altro, è nata l'idea di raccogliere tutto in una biografia che celebrasse lo spessore umano e il talento del fuoriclasse, una sorta di album dei ricordi, un regalo per i 70 anni appena compiuti. Nel libro Mazzola, oltre a raccontare i suoi rapporti familiari, fa rivivere attraverso le sue imprese sportive oltre 50 anni di storia del calcio, e descrive con grande tenerezza e semplicità i rapporti con le persone che gli hanno cambiato la vita, da Meazza a Helenio Herrera fino all'incontro con Angelo Moratti, padre dell'attuale presidente dell'Inter col quale invece i rapporti sono andati raffreddandosi nel tempo, e svela molti retroscena curiosi sui grandi campioni del passato e del presente. Perché, per esempio, Paulo Roberto Falcao non ha lasciato la Roma per trasferirsi all'Inter visto che tutto era pronto per il grande salto? Perché Andrea Pirlo ha scelto la maglia numero 21? Esisteva già il doping ai tempi di Mazzola? E gli accordi tra giocatori in campo per aggiustare un risultato?

Ho scelto di stare davanti alla porta - Edizioni Limina, collana Storie e miti, prezzo di copertina 16,00 euro

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