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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2012 alle ore 15:13.

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Ci starebbe proprio bene Christof Innerhofer in forma come Manfred Moelgg. Però è bene dirlo subito: difficile aspettarsi miracoli. Dopo gli antipasti di Soelden e Levi (un secondo e un quarto posto per Moelgg), lo sci alpino si trasferisce sulle piste americane.

Per gli uomini è il primo assaggio di gare veloci. In Canada a Lake Louise sono in programma una discesa libera e un superG tra sabato e domenica, mentre le donne affronteranno un gigante e uno slalom ad Aspen, in Colorado. Giustamente tutti i riflettori azzurri sono puntati su Innerhofer, il più quotato della nostra pattuglia di uomini jet. Il Winnerhofer delle tre medaglie a Garmisch 2011, che però sta faticando più del previsto.

L'abbiamo lasciato con la vittoria nell'ultimo superG della passata stagione, la terza in carriera in Coppa del mondo per il ventisettenne di Gais. Era marzo a Schladming, dove guarda caso si terranno le competizioni iridate il prossimo febbraio (giusto per non gufare già con altri sogni mondiali). L'altoatesino aveva riacciuffato finalmente il passo dei migliori. L'estate però ha portato le solite rogne alla schiena, ritardi nella preparazione, dolori e denti stretti per non mollare. Pare tornata un po' di fiducia alla vigilia canadese. Innerhofer è pronto a lottare al vertice? Nella seconda prova cronometrata, è sfilato in sedicesima posizione, lontanissimo dal norvegese Svindal. Intanto abbondano i punti interrogativi sui possibili protagonisti, perché in tanti sono momentaneamente out.

L'infermeria è pienissima. C'è Beat Feuz, lo svizzero che ha conteso strenuamente la sfera di cristallo a Marcel Hirscher. Una ricorrente infiammazione al ginocchio sinistro lo costringe tuttora in ospedale, così l'idea di ripresentarsi a breve sulla neve è già accantonata. C'è Bode Miller, che forse rivedremo a Beaver Creek, sulla pista domata l'anno scorso. È titubante. S'è da poco sposato con la professionista del beach volley Morgan Beck e sta recuperando senza fretta dall'intervento chirurgico al ginocchio, sinistro pure il suo. Non c'è pace, invece, per lo svizzero Daniel Albrecht, caduto rovinosamente nelle prove. Sognava di tornare alla velocità, cancellando il ricordo di quel volo a Kitzbuhel nel 2009. A Lake Louise è arrivato un brutto infortunio al ginocchio (sinistro, sembra una maledizione per tutti), che rischia di vanificare gli sforzi fatti finora per risorgere.

Infine c'è il punto interrogativo formato super per la campionessa Lindsey Vonn. Dall'ospedale è appena uscita, sistemata un'infezione (pare) all'intestino. Dal riserbo che ha circondato la vicenda, sono fiorite le ipotesi più disparate, dalla depressione all'arrabbiatura per il rifiuto della Fis di farla gareggiare con gli uomini, come aveva chiesto con fin troppa spavalderia. Ancora non sappiamo se sarà al cancelletto di Aspen. Qui le speranze azzurre si ripongono essenzialmente su tre nomi: Federica Brignone, nuovamente caduta a Soelden e perciò affamata di riscatto. Poi Denise Karbon e Irene Curtoni, entrambe nel gruppo delle migliori dieci nel gigante inaugurale.

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