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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2012 alle ore 08:13.

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ROMA
«Un'alleanza tra Idv e Pd? Sì, ma con molti se». Pier Luigi Bersani la notizia la dà in serata, da Genova, in chiusura della campagna per le primarie del centrosinistra. «Io credo - ha aggiunto Bersani - che una cosa sia chiara a tutti: stavolta non si può scherzare. Se i progressisti e il centrosinistra vogliono prendersi la responsabilità di governare questo paese, non ci possono essere dubbi o incertezze, non si può stare un po' dentro e un po' fuori. Bisogna che ci siano gesti politici significativi che chiariscano e correggano». Insomma, se Antonio Di Pietro la smette di fare il populista e di rincorrere Grillo se ne può discutere.
Contatti sono da settimane in corso con i fuoriusciti dell'Idv capeggiati da Massimo Donadi, che dovrebbero entrare nel "listone" del Pd assieme ai socialisti di Riccardo Nencini e (forse) agli stessi vendoliani. Ma un'alleanza organica con l'amico-nemico Di Pietro sarebbe una novità. Certo, l'uscita di Bersani dal capoluogo ligure va contestualizzata: l'Idv è nella giunta della regione Liguria così come del comune di Genova, e va tenuto conto che Di Pietro ha mobilitato i suoi per farli votare alle primarie pur non facendo parte dell'alleanza («per Bersani o per Vendola, non per Renzi», è la sua indicazione). Ma la legge elettorale sulla quale si sta cercando l'accordo in Senato prevede una soglia del 40% oltre la quale far scattare il premio di maggioranza, e in subordine un premietto di governabilità al primo partito non sufficiente a dare l'autosufficienza al Pd in caso di vittoria. Se nelle prossime ore l'intesa sulla riforma del Porcellum sarà siglata, per Bersani diventerà dunque vitale provare a mettere insieme una coalizione sufficientemente competitiva da sforare la fatidica soglia del 40%. E naturalmente anche Di Pietro, assieme a liste civiche quali quella "arancione" dei sindaci, può tornare utile. Ma prima occorre fare le primarie. E vincerle, naturalmente.
Già ieri pomeriggio erano oltre un milione e mezzo gli iscritti all'albo degli elettori del centrosinistra. «Ci aspettiamo circa tre milioni di persone, tre milioni e mezzo al massimo», è la stima sui partecipanti che si fa a Largo del Nazareno. Sono cifre che non spaventano più i bersaniani, ormai certi della vittoria del segretario sul suo maggior competitor Matteo Renzi. Vittoria forse già al primo turno, stando agli ultimi sondaggi che danno Bersani vicino al 50%. Certo, se si dovesse superare quota quattro milioni di partecipanti «allora sarebbe un terno al lotto», si lascia sfuggire un dirigente del partito. E proprio su una grande affluenza continua a puntare Renzi per ribaltare il tavolo all'ultimo minuto, convinto dall'inizio di questa avventura di poter mietere più consensi nell'elettorato cosiddetto di "opinione" piuttosto che in quello "militante": «Se questi sono i dati possiamo arrivare a oltre tre milioni di persone – diceva ieri il sindaco di Firenze –. E con tre milioni di persone ci divertiamo...».
Fino alla chiusura dei seggi tutto è possibile, certo, ma la battaglia sembra ormai essersi spostata sul ballottaggio o meno: una vittoria di Bersani al primo turno sarebbe un successo davvero inaspettato per il segretario, che in queste primarie volute a dispetto di tutti e di tutto ha generosamente messo in gioco se stesso.
La vittoria al primo turno può uscire tuttavia solo da una forte polarizzazione del voto, mentre dallo stesso entourage del segretario fanno notare che con ogni probabilità i sondaggi sottostimano la forza del leader di Sel Nichi Vendola: dato tra il 10 e il 16%, potrebbe invece raggiungere il 20%. Sul fronte opposto, al di là della propaganda delle ultime ore, per Renzi sarebbe già un discreto successo costringere il segretario al ballottaggio e portare a casa un 30% o più di consensi. Consensi più che sufficienti a ridisegnare gli organigrammi del partito e la composizione delle liste elettorali per le politiche del 10 marzo prossimo.
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Le primarie del centrosinistra
I CANDIDATI
Cinque candidati si contendono lo scettro delle primarie
Hanno già superato il milione e mezzo i cittadini che si sono pre-registrati per partecipare oggi al voto che dovrà decidere il vincitore delle primarie del centrosinistra. In campo cinque candidati: il segretario del Pd Pierluigi Bersani, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, il governatore della Puglia Nichi Vendola, l'assessore al bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci e il consigliere regionale del Veneto Laura Puppato
LA COMPETIZIONE
Urne aperte dalle 8 alle 20
per designare il vincitore
Tre firme e due euro per scegliere il
candidato premier del centrosinistra. Sono i passaggi necessari per votare oggi, dalle 8 alle 20, alle primarie. Sarà possibile registrarsi e votare, facendo due file, anche oggi, nel gazebo. L'eventuale secondo turno si svolge domenica 2 dicembre 2012, negli stessi orari. Gli elettori che alle 20 di oggi si trovano ancora nei locali del seggio saranno ammessi a votare anche oltre il termine predetto

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