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Questo articolo è stato pubblicato il 27 novembre 2012 alle ore 19:06.

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L'Authority per l'energia annuncia sconti gas per famiglie e piccole imprese. I destinatari dei contratti «di maggior tutela», l'eredità delle vecchie tariffe amministrate che sarà a loro garantita finché il mercato liberalizzato non avrà assunto la sua forma definitiva, ringraziano sentitamente. In nome del mercato, che offre agli operatori in concorrenza la possibilità di approvvigionarsi anche sulle piazze "spot" in questo momento gonfio di disponibilità di metano e conseguentemente sgonfio nei prezzi di riferimento.

Perché, del resto, non aiutare con un atto di giustizia i piccoli consumatori così martoriati dalla crisi a cui ha contribuito non poco il costo dell'energia che nei mesi scorsi è stato particolarmente opprimente? Questo deve fare una corretta amministrazione dell'energia, che passa per la programmazione e il coordinamento del Governo e dalla regolazione dell'Authority. Onore al merito. Che accende qualche speranza: quella che si arrivi, magari sull'onda della Strategia energetica nazionale che il Governo sta mettendo in campo, ad un quadro di interventi organico, coerente, interconnesso. Che si ridisegni la politica di intervento e si possano intanto riequilibrare le tante storture di un mercato in evoluzione verso la totale liberalizzazione, che sembrerebbe alla portata, e la piena concorrenza, che in termini di benefici per il consumatore ha qualche problema.

C'è il problema della scarsa tutela del consumatore rispetto alle offerte commerciali "in concorrenza", che nascondono troppo spesso inganni se non vere e proprie truffe. C'è, non ultimo, il problema della distribuzione, oggettivamente erronea, delle voci supplementari che pesano sulle bollette delle diverse fasce di consumatori per coprire i cosiddetti "oneri di sistema", costituiti in maniera preponderante dai sussidi alle energie rinnovabili.

Non è un mistero la vera e propria morsa che stringe le piccole e medie imprese italiane. Non abbastanza grandi e robuste per approvvigionarsi dei migliori contratti energetici sul mercato libero. Non abbastanza piccole per affidarsi ai residui del vecchio mercato amministrato e tutelato, riservato (ed è giusto così) a chi consuma comunque poco e per quel poco rischia di pagare troppo.

Sugli straripanti oneri fiscali e parafiscali delle piccole e medie imprese gli appelli si susseguono, le richieste di correzione trovano teorica udienza. Teorica, per ora. Un piano organico di intervento sarebbe il logico corollario di una vera Strategia energetica nazionale. Che magari potrebbe trovare una prima applicazione con un po' di anticipo rispetto al battesimo ufficiale del tanto atteso "piano condiviso tra tutte le forze politiche" che è nelle mire del Governo ma i cui contorni temporali restano ancora indefiniti.

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