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Questo articolo è stato pubblicato il 28 novembre 2012 alle ore 06:38.

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Salta la delega fiscale e il Senato mischia le carte, riscrivendo daccapo l'agenda di fine legislatura. Con decreti che slittano, altri che vengono accorpati, altri ancora che rischiano di morire. Primo indiziato: quello sul taglio delle Province, che scade il giorno prima della Befana e che dopo palazzo Madama dovrebbe passare ancora da Montecitorio.
Il temuto ingorgo parlamentare ha trovato ieri pienamente conferma al Senato, prima in aula col rinvio in commissione della delega fiscale, poi nella successiva conferenza dei capigruppo. Dove il calendario dei lavori fino a Natale è stato interamente rifatto. Con l'incognita dei giorni di lavoro che restano (davvero si lavorerà anche di sabato e domenica?), ma anche col macigno della legge di stabilità: per il momento si sa soltanto che da domani comincia la sessione di bilancio, ma non è stata ancora fissata la data per l'approdo in aula. Con tutti i dubbi del caso per tanti provvedimenti in sospeso, non solo i decreti legge. Per numerosi Ddl ordinari fermi in commissione, infatti, l'unica chance a questo punto potrebbe essere quella di ottenere la sede deliberante (nessun passaggio in aula), che però richiede il disco verde di tutti i partiti. Ed è difficile che possa essere così, almeno sempre. Riforma dell'avvocatura e Ddl omnibus in materia sanitaria, sono tra i provvedimenti che rischiano di più.
L'agenda del Senato di queste settimane detta formalmente alcuni punti fermi, ma in realtà apre anche tanti interrogativi. Intanto oggi non ci sarà seduta d'aula. Domani invece vi approderà il decreto sui costi della politica locale (con accorpamento di quello sul terremoto): dovrà però tornare di gran carriera alla Camera perché scade martedì 9 dicembre. Martedì 4 dicembre arriva invece in aula il decreto sviluppo, da destinare pure alla Camera. Mentre il decreto sullo stretto di Messina dovrebbe confluire nella legge di stabilità. Rinvio anche per la legge elettorale: se ne parlerà in aula a palazzo Madama da mercoledì 5 dicembre.
Due decreti, su tutti, sono nel pieno del ciclone-ingorgo: Dl 174 sui costi della politica e Dl 188 sulla riduzione delle Province, che dai segnali giunti ieri dal Senato sembra finito definitivamente su un binario morto, decretando un pesante fiasco per il Governo. Da un lato, va segnalata la decisione della capigruppo di Palazzo Madama di fissare per domani l'approdo in aula del decreto che potenzia i controlli della Corte dei conti, attua la stretta sulle spese per gli apparati burocratici regionali e proroga la sospensione dei versamenti fiscali nei territori colpiti dal sisma in Emilia. Sul testo che dovrebbe uscire oggi dalle commissioni I e V, peraltro in una versione modificata rispetto a quella approvata dalla Camera il 13 novembre scorso, il Governo sembra intenzionato a porre la fiducia, come del resto avverrà ripetutamente per tutti i decreti, e non solo. Agli otto emendamenti depositati ieri dai relatori Carlo Sarro (Pdl) e Carlo Pegorer (Pd) – tra cui spicca quello che, a partire dal 1° luglio 2013, permette ai Comuni di scegliere tra la gestione diretta dei tributi e l'affidamento a un consorzio che vedrà la partecipazione dell'Anci - si potrebbero aggiungere oggi quelli dell'Esecutivo su Imu per il no profit, patto di stabilità e recepimento al suo interno del mini-decreto sul sisma varato dal Cdm del 16 novembre scorso. Se così fosse il Dl sarebbe poi costretto a un nuovo passaggio alla Camera in tempi sprint visto che il termine per convertirlo scade il 9 dicembre.
Sempre più remota appare invece l'ipotesi che il riordino delle Province possa vedere la luce. Sebbene la settimana decisiva dovrebbe essere la prossima (il termine per presentare gli emendamenti in commissione Affari costituzionali scade lunedì 3), i segnali che arrivano dal Senato sono tutt'altro che incoraggianti. L'apertura ad eventuali modifiche ribadita ieri dal ministro della Pa, Filippo Patroni Griffi, non basta ancora alla "strana maggioranza". In primis al Pdl che, come ha confermato il relatore Filippo Saltamartini, pare intenzionato a ripresentare in aula la pregiudiziale di costituzionalità ritirata la settimana scorsa in commissione.
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I decreti in scadenza
COSTI DELLA POLITICA
9 dicembre
Già approvato dalla Camera il Dl 174 è attualmente all'esame delle commissioni I e V del Senato. In aula è atteso domani
CRESCITA BIS
18 dicembre
Il Dl 179 è all'esame della commissione Industria di Palazzo Madama. In aula è atteso il 4 dicembre
TFR DEGLI STATALI
29 dicembre
Il Dl 185 sul trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici si trova presso la I commissione del Senato
STRETTO DI MESSINA
1° gennaio
All'esame della commissione Lavori pubblici c'è il Dl 188 sulla società Stretto di Messina e sul trasporto locale
PROVINCE
5 gennaio
Il Dl 188 sul riordino delle province è all'esame della commissione Affari costituzionali del Senato
SISMA IN EMILIA
16 gennaio
Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio stanno esaminando anche il mini-Dl 194 sul sisma emiliano

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