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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2012 alle ore 09:48.

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Il Presidente dell'Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner (Epa)Il Presidente dell'Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner (Epa)

Punto a favore dell'Argentina nella lunga e complessa vicenda dei bond: una corte d'appello degli Stati Uniti ha dato più tempo a Buenos Aires per difendersi dall'obbligo imposto giorni fa dal giudice federale Thomas Griesa di pagare 1,33 miliardi di dollari ai detentori dei bond che hanno respinto le due ristrutturazioni dell'indebitamento, nel 2005 e 2010, a seguito del default del 2001.

La corte d'appello ha quindi rigettato quanto richiesto dal giudice Griesa, il quale aveva stabilito che Buenos Aires depositi in un fondo di garanzia gli 1,3 miliardi di dollari pretesi da tali possessori di bond entro il 15 dicembre prossimo, data in cui l'Argentina deve d'altra parte pagare 3,3 miliardi agli obbligazionisti che hanno invece accettato le ristrutturazioni.

I fondi speculativi Usa avevano ricorso al tribunale di New York per ottenere appunto il rimborso al valore nominale dei bond in default, da loro acquisito a 20/25 centesimi per dollaro. Con la sua decisione, la corte d'appello ha dato all'Argentina più tempo per difendersi dalla sentenza Griesa, e cioè fino al 27 febbraio. In questo modo, precisano i media locali, si allontana la possibilità che Baires possa entrare in un default tecnico.

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