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Questo articolo è stato pubblicato il 29 novembre 2012 alle ore 21:38.

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Sempre più aspra la crisi Siriana. Oggi i combattimenti hanno investito in pieno la strada tra il centro di Damasco e il suo aeroporto internazionale, che secondo i ribelli è stato chiuso al traffico, mentre quasi l'intera Siria precipitava in un black-out di Internet e di buona parte delle comunicazioni telefoniche senza precedenti.

Drammatica svolta imminente
Gli sviluppi delle ultime 24 ore e il relativo caos che sembra farsi strada nel Paese alimentano le attese di chi pensa ad una drammatica svolta imminente nella crisi siriana. Tra questi, stando al New York Times, vi sarebbe il presidente americano Barack Obama, che starebbe pensando ad un'azione più decisa per affrettare la caduta del regime di Bashar al Assad. Tra le opzioni prese in considerazione, il rifornimento diretto di armi per alcuni gruppi dell'opposizione siriana e l'invio sul terreno di agenti della Cia per lavorare a fianco dei ribelli.

Difficile dialogo con il regime
Del resto anche l'inviato dell'Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi, ha ammesso oggi che «le parti non sono pronte per una soluzione interna alla crisi». In visita a Mosca, un rappresentante dell'opposizione interna, Khaisam Manaa, ha annunciato una riunione degli oppositori per il 17 e 18 dicembre a Roma con la partecipazione di 30 gruppi, ma ha aggiunto che parlare di un dialogo con il regime è prematuro.

Almeno 71 morti, di cui 17 bambini
Almeno 71 persone, tra le quali 17 bambini e adolescenti, sono state uccise oggi, secondo i Comitati locali di coordinamento (Lcc) dell'opposizione. Quindici, tra cui cinque bambini, sono le vittime che, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), si contano in un bombardamento dell'aviazione del regime sul quartiere di Al Ansari ad Aleppo.

In un video i cadaveri di 4 bambini
Un video messo in Rete da un gruppo dell'opposizione mostra i cadaveri di quattro bambini, il più piccolo apparentemente di circa un anno, deposti insieme per terra in una stanza, mentre un uomo recita preghiere islamiche. Ma accuse di violare i diritti dei minorenni sono rivolte anche ai gruppi dell'opposizione armata, che secondo l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw) ha reclutato ragazzi fino a 14 anni.

L'oscuramento di internet
Un mistero denso di possibili minacce regna sull'oscuramento avvenuto nel pomeriggio di oggi di Internet. Secondo due compagnie americane, Web Renesys e Akamai Technologies Inc., «il governo ha spento Internet in tutto il Paese». Gli Lcc hanno confermato la circostanza, aggiungendo che anche le linee telefoniche fisse e dei cellulari sono fuori uso nella gran parte della regione di Damasco, in quelle di Homs, Daraa, Dayr az Zor e Raqqa. Secondo i Comitati ciò potrebbe significare che «il regime si stia preparando a qualcosa». Mentre il Comando congiunto dei ribelli della regione di Damasco parla esplicitamente di «forte timore che il regime possa far uso di armi chimiche».

La replica ufficiale: colpa dei terroristi
Ma il ministero dell'Informazione di Damasco nega ogni responsabilità, affermando che sono stati «i terroristi» ad aver «attaccato le linee».
In serata, secondo l'Ondus, le forze governative hanno lanciato una massiccia controffensiva per riprendere il controllo della strada fra Damasco e il suo aeroporto internazionale, a sud-est della città, teatro di scontri per gran parte della giornata che hanno causato anche il ferimento di due peacekeeper austriaci, parte della forza dell'Onu sulle Alture del Golan al confine con Israele. I due sono stati feriti quando il convoglio su cui erano a bordo è stato investito da proiettili vicino allo scalo internazionale della capitale.

Aeroporto chiuso
Il comando dei ribelli della regione della capitale afferma che lo scalo è stato di fatto chiuso dal governo. Non vi sono conferme ufficiali, ma è certo che un volo della compagnia Emirates proveniente da Dubai è stato cancellato oggi, mentre la Egypt Air ha annunciato lo stop ai voli per e da Damasco.

Sparatoria a Damasco: feriti due soldati austriaci
Due soldati austriaci inquadrati nella forza delle Nazioni Unite sulle Alture del Golan sono stati feriti da alcuni colpi di arma da fuoco in Siria mentre il loro convoglio era diretto verso l'aeroporto internazionale di Damasco. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Vienna. I due soldati, che non sono in pericolo di vita, facevano parte del contingente austriaco dell'Unodf, la Forza di Osservatori Onu sul disimpegno, sulle Alture del Golan ed erano diretti all'aeroporto di Damasco per tornare in Austria, dopo la fine del loro turno. Altri due militari nel convoglio austriaco sono rimasti feriti dalle schegge. Non è chiaro se a sparare siano state le forze governative siriane o i ribelli che combattono per rovesciare il regime del presidente Bashar al Assad.

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