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Questo articolo è stato pubblicato il 30 novembre 2012 alle ore 06:40.

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Nella foto l'ex premier, Silvio Berlusconi, circondato dalla sua scorta davanti all'ingresso del Palazzo di giustizia di Milano in un'immagine d'archivio (Ansa)Nella foto l'ex premier, Silvio Berlusconi, circondato dalla sua scorta davanti all'ingresso del Palazzo di giustizia di Milano in un'immagine d'archivio (Ansa)

Stop a tutti gli 007 di scorta alle autorità: circa un centinaio di agenti dell'Aisi (l'agenzia di sicurezza interna), che seguono diverse personalità come l'ex premier Silvio Berlusconi. Ieri nell'audizione al Copasir (il comitato parlamentare sui servizi segreti presieduto da Massimo D'Alema) del generale dell'Arma Arturo Esposito, direttore dell'Aisi, i toni sono stati accesi. Il giallo sugli 007 di scorta a Berlusconi che hanno accompagnato il tesoriere, Giuseppe Spinelli, il giorno dopo il suo misterioso sequestro - è in corso un'inchiesta della procura di Milano e ci sono già tre italiani e tre albanesi arrestati - ha sollevato un polverone anche sull'impiego, non limitato a Berlusconi, di 007 per compiti di scorta. Da tempo D'Alema aveva spinto per ripristinare a questi compiti uomini dei carabinieri, della polizia di Stato o della Finanza ed è verosimile a questo punto che si farà così. A Berlusconi toccherà, come è stato già ipotizzato, un nucleo di poliziotti o, più probabilmente, di carabinieri.

Resta intanto il giallo Spinelli. Sono due gli uomini dell'Aisi che, il giorno dopo l'infernale nottata con i sequestratori, accompagnano il tesoriere da Villa Belvedere, dove era andato in mattinata per parlare con il Cavaliere, di nuovo a casa sua, a Bresso, per raggiungere la moglie e la figlia. Gli 007 sono in un'auto dell'ex premier, un'Audi 8, mentre il tesoriere guida la sua Mercedes. Poi, nella stessa formazione di auto, proseguono verso una «località segreta» che dovrebbe essere un'altra residenza dell'ex premier. Al Copasir non sono emersi altri particolari sulla vicenda ma è stato attaccato «l'uso a fini privati» e «fuori dalle norme previste» della scorta. Ma c'è un altro problema non secondario: gli agenti coinvolti non hanno avvertito subito la direzione dell'Aisi di questo drammatico fuori programma e non è ancora chiaro se si sono regolati così per prassi già consolidate o per altri motivi. Certo è che il generale Esposito ha avuto una reazione durissima e, ha detto al Copasir, ha disposto un'indagine interna che non intende far sconti in caso di inadempienze e manchevolezze.

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