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Questo articolo è stato pubblicato il 01 dicembre 2012 alle ore 08:14.

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ROMA
«Ho forse paura della partecipazione? Ho forse paura che 3 milioni diventino 4? No, io voglio che si capisca che a questo giro le regole vengono prima del consenso. Via, non sfregiamo queste giornate, e diamo l'idea che chi si candida a governare la prima cosa che deve fare è il rispetto delle regole». Pier Luigi Bersani non ci sta. «Le regole non si cambiano nell'intervallo». E le regole – come ha ricordato ancora ieri il presidente del collegio dei garanti Luigi Berlinguer – stabiliscono che la platea degli elettori resta al ballottaggio quella del primo turno, salvo deroghe da concedere per casi specifici a chi non ha potuto per «motivi indipendenti dalla propria volontà» registrarsi in tempo all'albo degli elettori del centrosinistra.
Questa storia dei votanti che si registrano solo per il secondo turno – sono circa 120mila le richieste da vagliare nelle prossime ore – rischia di macchiare il ballottaggio di domenica, e intanto avvita le ultime battute della campagna elettorale attorno al nodo delle regole. «Per paura di perdere un punto alle primarie rischiano di perdere le elezioni», replica Matteo Renzi dal Tg7 di Enrico Mentana. «È allucinante che con il caso Ilva e i dati sulla disoccupazione noi si stia qui a parlare di regole. Ad ogni modo i 128mila e 733 che non hanno votato al primo turno e che alle 20 di stasera (ieri, ndr) si sono registrati all'albo li rimandiamo indietro? Io dico loro che hanno tutto il diritto di votare». Chiaro che Renzi vorrebbe allargare il più possibile la platea per "sfondare" nel voto d'opinione, chiaro che Bersani ha tutto l'interesse ad appellarsi alle regole stabilite. Il numero delle richieste che alla fine saranno accolte si saprà solo oggi. E c'è da credere che almeno la metà saranno rigettate. Le richieste seriali e non argomentate, così come quelle provocatorie (ieri ne sono arrivate anche da Silvio Berlusconi, Giuliano Ferrara e dal garibaldino Nino Bixio), non verranno prese in considerazione. Il sondaggista Nicola Piepoli stima che saranno al massimo 50mila i nuovi iscritti, un numero non sufficiente a cambiare il bacino di riferimento e dunque il pronostico. Lo stesso Piepoli rivela i risultati di un sondaggio effettuato nelle ore precedenti al confronto in tv di mercoledì sera: Bersani 59%, Renzi 41%. Decisivi saranno i quasi 500mila voti vendoliani, che non sembrano tuttavia destinati a premiare Renzi. E non solo per l'esplicito appoggio a Bersani da parte di Nichi Vendola, ma anche perché molti di questi elettori probabilmente resteranno a casa (sempre Piepoli stima che al ballottaggio si presenteranno non più di 2 milioni e 800mila persone).
Intanto il collegio dei garanti, anche per non surriscaldare ulteriormente il clima già teso della vigilia, ha evitato di sanzionare Renzi per la questione della pubblicità a pagamento che invitava a registrarsi per il ballottaggio. Solo un ammonimento, niente più di una "tirata d'orecchie", e l'invito alla sobrietà e al rispetto delle regole. Renzi e i suoi tuttavia non demordono. E, mentre il sito ww.domenicavoto.it sta mandando in queste ore migliaia di mail per invitare gli aspiranti elettori a presentarsi comunque al seggio anche in assenza di una risposta positiva da parte degli uffici provinciali, il comitato Renzi con un nuovo ricorso ai garanti ha formalmente richiesto ieri sera che sia consentito a tutti coloro che lo desiderano di registrarsi e votare liberamente nella stessa giornata del 2 dicembre 2012. Paventando pure il rischio di brogli. La questione sembra proprio destinata a trascinarsi. Anche se Renzi ha ripetuto che accetterà il risultato, qualunque esso sia.
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