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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2012 alle ore 08:15.

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La Corea del Nord prevede di lanciare un missile a lungo raggio tra il 10 e il 22 dicembre. In un comunicato, il Comitato coreano per la tecnologia spaziale ha detto che prevede di mandare in orbita un satellite dopo che sono stati analizzati gli errori commessi in occasione del fallito lancio di un missile lo scorso aprile. Il lancio, subito condannato dalla comunità internazionale, avverrà dunque in concomitanza con le elezioni presidenziali in Corea del Sud, il 19 dicembre.
Immediata la reazione degli Stati Uniti: «È una grave provocazione che minaccia la pace e la sicurezza della regione». Secondo la portavoce del dipartimento di Stato, Victoria Nuland, «ogni uso da parte della Corea del Nord della tecnologia legata ai missili balistici rappresenta una violazione diretta della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu». Il Giappone ha rinviato l'incontro previsto per la settimana prossima in Cina con il Governo nordcoreano. Mercoledì e giovedì prossimi a Pechino emissari del Governo nipponico e quelli di Pyongyang si sarebbero dovuti incontrare ad alto livello per riprendere i negoziati. Solo pochi mesi fa pareva che Pyongyang avrebbe rinunciato ai test missilistici in cambio di un programma alimentare. Più precisamente una moratoria del suo programma nucleare in cambio di forniture di cibo donate dagli Stati Uniti. Il patto aveva rappresentato una piccola vittoria diplomatica per il presidente Barack Obama. Difficile capire le ragioni del dietrofront. Tre le ipotesi quella secondo cui l'accordo avrebbe incontrato il veto di potenti gruppi nell'apparato militare.
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