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Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2012 alle ore 15:42.

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Non sono ancora finite, le "Parlamentarie" del Movimento 5 Stelle, che già c'è chi le contesta, trovando che non siano affatto trasparenti e aperte agli attivisti: in sostanza che abbiano tradito l'ideale della democrazia dal basso cui i grillini da sempre si aggrappano.

I malumori, tanto per cambiare, arrivano dall'Emilia Romagna: da quel gruppo di contestatori della linea Grillo-Casaleggio in testa ai quali c'è Valentino Tavolazzi. L'ingegnere ferrarese, primo epurato del Movimento, è da tempo critico rispetto alla gestione verticistica della presunta democrazia grillina. Non meno lo è questa volta, circa le "Parlamentarie": «Sono per molti cittadini un grande delusione - scrive in una nota - il "Casaleggium" ha stabilito chi sia candidabile, senza alcun confronto preventivo, ed ha tradito quanto promesso da Grillo in tutte le piazze: chiunque si può candidare, se incensurato, non iscritto a partiti e se non ha svolto due mandati».

E questo è solo l'inizio della reprimenda di Tavolazzi che, infatti, affonda ancora di più il coltello: «Le scarse informazioni disponibili e le modalità di voto hanno impedito una partecipazione più larga e consapevole. Avremmo potuto consentire a milioni di cittadini cinque stelle di votare, invece le Parlamentarie stanno assumendo una dimensione parrocchiale. Non solo: la sicurezza dei risultati è (non) garantita da un'azienda di comunicazione, non conosciamo il numero degli aventi diritto al voto, né è previsto un meccanismo di verifica obiettiva della correttezza dei risultati. I profili dei candidati sono accessibili solo ai votanti e da troppo poco tempo (da domenica, ndr)».

Se Tavolazzi, come prevedibile, è molto duro con la coppia Casaleggio-Grillo (precisamente in quest'ordine), un po' meno lo è l'altro ribelle eccellente del Movimento: Giovanni Favia , consigliere regionale, che, durante una diretta radiofonica su una emittente locale, commenta così la prima prova di democrazia su scala nazionale dei suoi colleghi: «Sono un po' difficili - dice a microfoni aperti – ma bisogna anche capire che è la prima volta». Misuratissimo, Favia, all'indomani dell'iscrizione nel registro degli indagati del giornalista di Piazzapulita che registrò il fuori onda in cui lo stesso consigliere puntava il dito contro Grillo e Casaleggio non in quest'ordine). Infine va registrata la perplessità dell'altra ribelle bolognese, Federica Salsi (la consigliera attaccata da Beppe Grillo sul punto G delle apparizioni televisive) che ha chiesto conto all'ex comico dell'esclusione di tre candidati bolognesi dalla lista delle "Parlamentarie".

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