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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2012 alle ore 10:34.
Fine della lunga corsa di John McAfee, il pioniere degli antivirus che aveva fatto perdere le sue tracce in Belize, dopo un omicidio avvenuto in una villa poco distante dalla sua: si trova in Guatemala e ha chiesto asilo, ma la polizia dello Stato centroamericano lo ha arrestato per ingresso illegale e prevede entro oggi l'espulsione in Belize, dove gli inquirenti dichiarano che al momento non hanno formulato accuse nei suoi confronti né hanno diramato un mandato internazionale di cattura.
Sarà ascoltato nell'ambito dell'indagine sulla morte di un cittadino americano, Gregory Faull. McAfee ha raccontato la fuga attraverso il suo blog, conquistando attenzione anche su quotidiani internazionali. È stato in grado di contattare più volte giornalisti per interviste. Sembra che a rivelare la sua posizione siano stati i dati di latitudine e longitudine associati con una fotografia diffusa su internet dalla rivista Vice.
Quella di McAfee è una storia che ha catturato l'interesse del pubblico online. A metà novembre viene ritrovato il cadavere di un uomo, Gregory Faull: era nella sua abitazione in Belize, in un lago di sangue, e il corpo recava i segni dell'ingresso di un proiettile. Dall'inizio delle indagini gli agenti di polizia cercano l'esperto di sicurezza informatica, senza trovarlo. Si è trasferito quattro anni prima nel paese centroamericano e ha una villa nelle vicinanze del luogo dell'omicidio: ha avuto discussioni animate con i vicini, incluso Faull, per il disagio causato dalle misure di protezione dell'edificio, difeso con recinzioni, cani da guardia e personale di sorveglianza. Non frequenta la comunità di cittadini americani. Dopo un crack economico, in seguito alla bolla finanziaria del 2007, aveva investito in alcuni progetti, come la produzione di antibiotici da piante della giungla. Già ad aprile gli agenti di polizia avevano sequestrato nell'abitazione di McAfee armi possedute illegalmente e apparecchiature per fabbricare stupefacenti. Secondo le ricostruzioni di testimoni il suo comportamento era paranoico e faceva uso di droghe.
L'esperto di sicurezza informatica ha narrato la sua fuga attraverso un blog, grazie all'aiuto di un collaboratore negli Usa. Da subito si è dichiarato innocente. Ha accusato prima la polizia di una vendetta nei suoi confronti, in seguito agli interventi per le proteste dei vicini, poi ha puntato il dito contro un partito politico del Belize che avrebbe chiesto un contributo economico. Il blog "Who is McAfee" ("Chi è McAfee") ha ricevuto una valanga di commenti da parte del pubblico online, diviso tra chi sostiene che sia innocente e chi, invece, pensa che possa essere colpevole. La svolta arriva negli ultimi giorni. Un recente articolo pubblicato dalla rivista Vice contiene una fotografia scattata con un iPhone: l'immagine include coordinate di latitudine e longitudine rilevate mediante gps. E ha fornito indicazioni per trovare McAfee, nonostante avesse scritto sul blog di aver alterato i dati per rendere impossibile la localizzazione. Sarebbe una beffa per un uomo che ha fermato la diffusione dei primi virus informatici.
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