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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2012 alle ore 17:05.
Il Governo lancia l'allarme sulle conseguenze che una mancata conversione del decreto sulle province potrebbe determinare. A cominciare da una sorta di caos istituzionale. Sarebbero a rischio la manutenzione di scuole superiori e strade, le gestione dei rifiuti e la tutela idrogeologica e ambientale. A delineare questo quadro è uno studio del Dipartimento delle Riforme del ministero della Funzione Pubblica, inviato ad alcuni senatori.
Il provvedimento va convertito entro il 5 gennaio
Tra i provvedimenti che, considerati i tempi stretti da qui alle elezioni anticipate, potrebbero finire su un binario morto c'è il ddl sul riordino delle Province, che va convertito entro il 5 gennaio. Attualmente è in commissione al Senato, martedì dovrebbe arrivare in aula per poi tornare, dopo il via libera di Palazzo Madama, alla Camera. Le possibilità che si riesca a concludere l'iter con quella scadenza sono dunque ridotte.
Ministero della Pa: verso aumento dei costi per Comuni e Regioni
Secondo lo studio, la mancata conversione del provvedimento «comporterebbe una situazione di caos istituzionale. Tra le conseguenze - si legge nel documento -, oltre ai mancati risparmi, la lievitazione dei costi a carico di Comuni e Regioni e il blocco della riorganizzazione periferica dello Stato».
Il nodo dei mutui
La mancata conversione del dl sulle Province «porrà inoltre una questione finanziaria legata dal problema dei mutui contratti dalle province con banche e soprattutto Cassa depositi e prestiti: a questi dovranno subentrare regioni o comuni o dovranno essere frazionati; altri problemi riguarderanno il trasferimento del personale, dei finanziamenti, dei beni immobili».
Patroni Griffi: ora spetta alle forze politiche decidere
«Ribadisco - ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi - che a questo punto e nella situazione che si é creata, spetta solo alle forze politiche decidere se portare avanti e concludere il riordino delle province con il loro dimezzamento e la razionalizzazione delle relative funzioni, o se arrestare il processo» in questione.
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