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Questo articolo è stato pubblicato il 10 dicembre 2012 alle ore 08:02.

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«Concordo che in passato i Governi di centrosinistra hanno offerto un'immagine di divisioni, come nell'ultimo Governo Prodi. Ma all'epoca c'erano 12 partiti diversi, e non c'era ancora il Pd. Oggi le cose sono diverse. Il nostro partito è la maggiore forza politica italiana e ha la sua identità». Pierluigi Bersani, in un'iintervista al Wall Street Journal, assicura che la sua coalizione è molto diversa da quella che portò in passato Romano Prodi a Palazzo Chigi. Il segretario del Pd conferma che pensa a una larga alleanza con le forze moderate di Casini e Montezemolo, definite come realtà «centriste, europeiste». Quindi ribadisce che malgrado le pressioni del partito di Nichi Vendola «la discussione sull'articolo 18 è un capitolo chiuso». Infine, riguardo al rinnovo generazionale e al ruolo futuro di Matteo Renzi, il segretario del Pd assicura che punta a un «mix di personalità con grande esperienza a giovani che hanno già mostrato il loro valore sul campo»: «Chiederò a Renzi - afferma - di essere più coinvolto nel dibattito interno al nostro partito».

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