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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 09:26.

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Nella foto il leader del Pdl Silvio BerlusconiNella foto il leader del Pdl Silvio Berlusconi

Lo spread? Un imbroglio. Ma che ci importa? L'ex premier Silvio Berlusconi interviene a La Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5 e commenta il balzo dell'indicatore a seguito dell'annuncio delle dimissioni da parte del presidente del Consiglio Mario Monti. Il leader del Pdl ha anche parlato delle possibili alleanze in vista delle politiche, a cominciare dalla Lega Nord: «Mi vedo stasera con Maroni - ha detto -, parleremo della possibilità di un'alleanza nazionale. E da questo discenderà la possibilità di un'alleanza in Lombardia».

Il Cavaliere: di spread non si era mai sentito parlare
«Smettiamola di parlare di questo imbroglio - ha affermato il Cavaliere -. Di spread non si era mai sentito parlare, se ne sente parlare solo da un anno. Cosa ci importa di quanti interessi il nostro debito pubblico paga a chi investe nei nostri titoli rispetto a quello che pagano gli investitori che investono nel debito pubblico tedesco?».

La Germania ha ordinato alle banche di vendere i titoli italiani
«Siamo andati avanti da quando c'é l'euro - ha osservato l'ex premier - a pagare il 4,3 per cento, la Germania il 3,3 per cento, poi la Germania ha deciso di fare una cosa nei suoi interessi: ha ordinato a tutte le sue banche di vendere tutti i Titoli del Tesoro italiani che avevano nelle casse e questo fatto ha portato a 7, 8, 9 miliardi di vendite e gli altri fondi americani e internazionali hanno pensato che se la Germania vende qualcosa ci sarà sotto. Hanno venduto anche loro - ha aggiunto Berlusconi - e gli investitori per investire nel nostro debito pubblico e quello degli altri Paesi cosiddetti "cicala" hanno ritenuto di chiedere un premio per il rischio anche solo teorico per il rischio che correvano».

La scissione degli ex An? Conviene se la fanno
La scissione del Pdl, ha messo in evidenza il leader del Pdl, è possibile, perché con «con il Porcellum si confrontano due coalizioni e tutti i partiti sommano i voti tra loro e vince la coalizione con la somma più alta». «In questo caso - ha continuato berlusconi - se chi proviene da An volesse fare la propria formazione avremmo dei vantaggi, perché la somma di voti supera quelli di un'unica formazione. Stiamo parlando amichevolmente e con stima l'uno dell'altro per vedere se far dare vita a un gruppo con i protagonisti della storia di destra», ha concluso.

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