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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 21:43.
(Olycom)
È stata una parabola breve quella della Urban Screen, società che gestiva i maxischermo a Milano, in particolare quello che si trovava in Piazza del Duomo. Il suo fallimento è stato dichiarato dal tribunale di Milano il 19 maggio 2011 (con sentenza pubblicata il 30 maggio) ma già risultava inattiva da quasi tre anni e dal 16 giugno era stata messa in liquidazione volontaria, con Francesco Carcano nominato liquidatore.
Proprio quel fallimento oggi ha portato il suo ex amministratore delegato Giuseppe Biesuz (attualmente ad di Trenord) a ricevere un'ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, quando per lui la procura di Milano aveva chiesto il carcere.
Altro indagato nella stessa inchiesta, condotta dal pm Sergio Spadaro, è Filippo Montesi Righetti, che della Urban Screen è stato socio e presidente del consiglio di amministrazione. La Urban Screen éè stata costituita il 30 luglio 2007, registrata il 7 agosto dello stesso anno e aveva come oggetto sociale «attività editoriale o comunque attinente all'informazione e alla comunicazione».
La sua effettiva attività è stata quella di gestire spazi pubblicitari propri e di essere concessionaria di pubblicità per conto del Comune di Milano. Al momento della costituzione aveva un capitale sociale di 1 milione di euro, versato da Antonio Boschiroli (per 250mila euro), Bruno Giuseppe Boschiroli (250mila euro), Filippo Montesi Righetti (125mila euro) e la Circom società cooperativa (375mila euro).
L'attività presso la sede legale di Piazza Sant'Ambrogio risulta cessata il 4 febbario 2008, a meno di un anno dalla costituzione, anche se per la liquidazione bisognerà aspettare il 2009. Nel dicembre 2010 viene tentata anche la strada del concordato preventivo, ma come detto, nel maggio 2011 arriva la dichiarazione di fallimento, con la nomina dell'avvocato Anna Maienza quale curatore fallimentare.
Nel cda hanno fatto in tempo a prendere posto, oltre a Biesuz e Montesi Righetti anche Valerio Ventura e Andrea Giovanni Di Stefano.
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