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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 06:40.

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ROMA
Il gup del tribunale di Roma, Maria Bonaventura, ha rinnovato ieri gli arresti domiciliari per l'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, accusato di appropriazione indebita per un ammanco dalle casse del partito di oltre 23 milioni di euro. Il gup ha anche respinto la nuova istanza di revoca degli arresti presentata dai difensori di Lusi, gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono. Luigi Lusi rimarrà, quindi, agli arresti nel monastero di Santa Maria dei Bisognosi vicino Carsoli in provincia de L'Aquila.
Inoltre, la moglie di Lusi, ha chiesto di patteggiare la pena a un anno di reclusione. Giovanna Petricone è imputata insieme al marito nell'ambito della stessa inchiesta. Imputati sono anche i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio e Diana Ferri, segretaria del senatore. La richiesta è stata formalizzata ieri davanti al giudice dell'udienza preliminare con l'assenso da parte della procura. Il magistrato scioglierà la riserva in merito al patteggiamento nella prossima udienza.
La moglie di Lusi deve rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Oltre ad un anno di reclusione, Petricone ha chiesto di patteggiare anche la sospensione della pena. Il gup ieri ha inoltre ammesso, come parti civili nel procedimento, sia Francesco Rutelli che la Margherita.
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