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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 06:40.

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MILANO
In Lombardia il centrosinistra scalda i motori in attesa delle elezioni. È un territorio significativo, considerando che nella regione col più alto Pil d'Italia il centrosinistra non governa da 17 anni. Il primo banco di prova per misurare la possibilità di "conquistare" il Pirellone sarà quello delle primarie di sabato prossimo, quando in tre si contenderanno il titolo di candidato del centrosinistra per la presidenza della Regione Lombardia. O meglio: candidato del patto civico del centrosinistra, perché qui si è preferito non marchiare con troppa politica la competizione.
Si tratta di Umberto Ambrosoli, 41 anni, avvocato penalista, di area moderata e sostenuto dai vertici del Pd; Alessandra Kustermann, 59 anni, prima donna primario all'ospedale Mangiagalli di Milano, sostenuta da una parte del Pd (a cui è iscritta) e da liste civiche di area democratica; Andrea Di Stefano, 48 anni, esperto di finanza etica, direttore della rivista Valori, sostenuto dalla sinistra radicale. Tutti e tre i nomi non fanno parte del classico establishment partitico. Ad oggi il favorito dai sondaggi sembrerebbe Ambrosoli, il cui nome ricorda quello del padre Giorgio, l'"eroe borghese", ma che nell'ambiente degli avvocati lombardi è conosciuto anche per la rapida carriera nel settore dei reati dei colletti bianchi, oltre che per essere stato nominato in 3 comitati di vigilanza da Bankitalia. A Milano il suo nome è sostenuto dal sindaco Giuliano Pisapia e dai suoi più fidati collaboratori, che avrebbero visto in lui un possibile testimone di quel civismo che ha già portato la vittoria del centrosinistra a Palazzo Marino nel 2011. E' stato proprio Ambrosoli a voler "virare" verso le primarie del patto civico piuttosto che limitarsi al solo centrosinistra, facendo capire di voler parlare anche al mondo all'Udc. E il Pd, che conta su di lui per battere il centrodestra, lo ha accontentato. Legalità, controlli e trasparenza è il suo motto.
Kustermann durante i dibattiti ha invece difeso la sua identità di sinistra: la sua storia politica parte dal Pci e arriva al Pd, e lo rivendica. Il suo nome ricorda quello delle battaglie femministe, dalla tutela delle donne maltrattate fino ai centri per la difesa dell'infanzia, ma al tempo stesso sottolinea di aver collaborato con tutte le coalizioni di governo nel suo lavoro. Promette una "controriforma" sanitaria nei primi 100 giorni.
Di Stefano, che si porta addosso l'etichetta non facile della sinistra radicale, ha competenza nel settore economico e finanziario, e nei contenuti è più moderato di quanto i suoi sostenitori facciano pensare: nella sanità auspica un riequilibrio tra pubblico e privato; non parla di abolire il ticket ma di rimodularlo; vorrebbe abolire le sedi regionali all'estero ma non quella di Bruxelles; è favorevole alla chiusura e all'accorpamento di alcune partecipate pubbliche.
Il comitato civico si aspetta 100mila elettori. Si vota nelle sezioni elettorali dallo 8 alle 20 del 15 dicembre. Le urne sono aperte a chi ha compiuto 16 anni e agli extracomunitari con permesso di soggiorno.
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