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Questo articolo è stato pubblicato il 12 dicembre 2012 alle ore 08:15.

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Nella foto il presidente Usa, Barack ObamaNella foto il presidente Usa, Barack Obama

Gli Stati Uniti si preparano a riconoscere formalmente l'opposizione siriana come rappresentante legittimo della popolazione della Siria, aumentando così la pressione sul presidente Bashar al-Assad affinché lasci la guida del Paese. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama nella serata americana, in piena notte in Italia, parlando ai microfoni di Abc News e facendo riferimento alla Coalizione nazionale siriana per le forze rivoluzionarie e di opposizione. L'annuncio, arrivato alla vigilia di un incontro in Marocco tra i leader dell'opposizione siriana e i suoi sostenitori, era largamente atteso.

La mossa dell'amministrazione Obama segna comunque l'inizio di un nuovo coinvolgimento degli Stati Uniti in un conflitto che dura da quasi due anni, che è costato almeno 40mile vite e che rischia di destabilizzare l'intera regione mediorientale. "Abbiamo deciso che la coalizione dell'oppozione siriana è sufficientemente inclusiva; riflette e rappresenta quanto basta la popolazione siriana e per questo la consideriamo come un rappresentante legittimo delle persone" nel Paese, ha detto Obama durante l'intervista con la giornalista Barbara Walters. L'inquilino della Casa Bianca ha spiegato che con tale riconoscimento "si accompagnano ovviamente delle responsabilità".

Mosca «sorpresa»
Mosca ha manifestato oggi la sua "sorpresa" per la decisione degli Stati Uniti di riconoscere ufficialmente la Coalizione delle opposizioni siriane. Gli Stati uniti puntano su "una vittoria delle armi" da parte dell'opposizione in Siria sulle forze del regime, ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov che si è detto "stupito" dal riconoscimento Usa della coalizione di opposizione come "unico rappresentante legittimo del popolo siriano", definendolo in contrasto con gli accordi di Ginevra.

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