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Questo articolo è stato pubblicato il 13 dicembre 2012 alle ore 17:02.

Il regime siriano perde "sempre di più" il controllo del Paese. Lo dichiara il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, che aggiunge: non è da escludere una vittoria dell'opposizione nel conflitto. «Bisogna guardare le cose in faccia. Il regime e il governo della Siria perdono sempre di più il controllo del Paese» dice Bogdanov, citato dall'agenzia di stampa Itar-Tass. Il vice ministro ha lasciato inoltre intendere che Mosca sta predisponendo le misure necessarie per lo sgombero della sua ambasciata a Damasco.
È la prima volta che la Russia riconosce la possibilità che l'alleato siriano possa essere sconfitto nella guerra civile che insanguina il Paese da oltre 20 mesi. «I russi hanno cominciato a sentire che usciranno perdenti dal loro sostegno al regime siriano e che forse stanno perdendo l'ultimo dei loro baluardi in Medio Oriente e in generale nel mondo arabo», spiega la fonte in un'intervista ad Aki-Adnkronos International. In tal senso, Mosca vuole «tentare di salvare il salvabile, prima di perdere tutto», aggiunge la fonte dell'opposizione, che preferisce restare anonima. «Per la prima volta - ricorda la fonte - il premier russo, Dimitri Medvedev, ha attribuito giorni fa la responsabilità della morte dei siriani al regime, oltre che all'opposizione, mentre prima la Russia sosteneva che fosse l'opposizione armata a causare la maggior parte delle vittime e che quella del regime era solo una risposta a questo».
«La posizione della Russia comincia a cambiare e a prendere le distanze dal regime del presidente siriano Bashar al-Assad, che Mosca ha sostenuto dall'inizio della rivoluzione in Siria nel marzo del 2001». Ne è convinto un esponente del Comitato di coordinamento delle forze del cambiamento democratico, una delle principali forze dell'opposizione siriana interna, che commenta così le dichiarazioni del vice ministro russo degli Esteri, Mikhail Bogdanov.
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