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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2012 alle ore 06:41.

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BARI
Una nuova proroga d'indagine della Procura di Bari per l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. In concorso con Valter Lavitola, avrebbe indotto Gianpaolo Tarantini a rivelare false informazioni ai pm nell'inchiesta "Escort", un procedimento che ieri è giunto nella fase dell'udienza preliminare.
Circa 500mila euro sarebbero finiti nelle tasche del faccendiere pugliese, per riferire il falso ai pm baresi negli interrogatori del 19 e 31 luglio 2009. Non dichiarare tutta la verità sui party con 25 escort organizzati tra il 2008 e il 2009, nelle residenze di Berlusconi, al solo scopo di "tutelare" il Cavaliere. Si tratta di un'indagine – nata dalla Procura di Napoli e poi stralciata a Bari – che dimostrerebbe "l'inattendibilità" di Tarantini. Un faccendiere che è indicato dagli avvocati Michele Laforgia e Federico Massa, difensori dell'ex vice presidente della giunta pugliese, Sandro Frisullo, come un «mentitore certificato e prezzolato».
I due avvocati, nell'arringa difensiva fatta nel processo in cui l'ex politico è accusato da Tarantini di corruzione all'Asl di Lecce, hanno ricostruito la "collaborazione" del faccendiere con la Procura barese. Per far ciò, hanno messo in relazione due vicende giudiziarie: l'indagine su Berlusconi, accusato di aver pagato Tarantini per mentire e quella della Procura di Lecce, in cui è indagato il procuratore di Bari Antonio Laudati, con l'accusa di favoreggiamento personale di Tarantini nella vicenda "Escort".
Ciò che emergerebbe – secondo i due professionisti – è un Tarantini che "copre Berlusconi" e "studia" per colpire i "politici locali, cioè Frisullo" sulla base di presunte indicazioni. Negli atti, infatti, risulta un interrogatorio, del 6 novembre 2009, mai sbobinato dalla Procura di Bari e fornito alla difesa dell'ex vice di Vendola solo in prossimità del processo. Dice l'avvocato di Tarantini all'ex pm Giuseppe Scelsi: «Ho riportato il mio colloquio col procuratore (Laudati, ndr), il quale, quando ho parlato dell'interrogatorio, aveva detto una serie di situazioni (...) che interessavano alle indagini». «C'è l'ho scritto», interviene Tarantini rivolgendosi al suo difensore, «siccome tu mi hai detto l'altra volta... "ti prego, analizza anche questi punti in maniera"...». Il pm Scelsi, risponde: «Lei che appunti si è segnato, scusi?». «Rapporti politici locali (...)».
Tarantini, ritengono gli avvocati Laforgia e Massa, da una parte avrebbe volontariamente colpito il centrosinistra pugliese e dall'altro avrebbe tutelato l'ex premier nell'inchiesta "Escort". In quest'ultimo procedimento, infatti, Tarantini ha sempre dichiarato che Berlusconi non sapesse che le donne erano prostitute, anche se dagli atti della Gdf emerge il contrario.
Tuttavia nel processo, ieri giunto alla prima udienza preliminare, Berlusconi non è tra gli imputati. Dinanzi al gup Ambrogio Marrone si sono costituiti con Tarantini, il fratello Claudio, Sabina Began (in arte l'ape regina), Pierluigi Faraone, Letizia Filippi, Massimiliano Verdoscia, Francesca Lana e Salvatore Castellaneta. Nei confronti di tutti è ipotizzato il favoreggiamento alla prostituzione, mentre solo per Gianpi, Castellaneta, Faraone e Verdoscia c'è anche l'associazione per delinquere. L'udienza è stata caratterizzata da una questione preliminare, sorta a seguito della richiesta di Patrizia D'Addario di costituirsi parte danneggiata nel processo.
Sull'istanza si dovrà esprimere il gup Ambrogio Marrone, il quale è chiamato a stabilire se la donna possa essere ammessa in qualità di parte danneggiata oppure di parte offesa, estendendo così un invito a costituirsi nel processo alle restanti 24 donne.

Aggiornamento del 12 febbraio 2024: Successivamente, nel novembre 2015 il Tribunale di Bari ha assolto Letizia Filippi da tutte le accuse

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