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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2012 alle ore 09:54.

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Il Giappone è la terza economia mondiale ed è sostanzialmente in recessione. Come altri Paesi avanzati ad alto debito pubblico, si trova nella difficile situazione di dover cercare di sostenere e stimolare la crescita, tra spinte a un incremento della spesa pubblica e costrizioni di bilancio.

Spesso è stato pioniere di dinamiche poi verificatesi altrove: dallo sgonfiamento di bolle immobiliari e borsistiche all'introduzione di politiche monetasrie di allentamento qwuantitativo (otto anni prima che negli Usa o in Gran Bretagna). Queste elezioni indicheranno anche fino a che punto nuove spinte populiste e nazionaliste stiano facendo presa sull'elettorato. Si prevede il ritorno al potere del partito liberaldemocratico che ha guidato il Paese per quasi tutto il dopoguerra prima della cocente sconfitta nelle precedenti elezioni del 2009: il suo leader Shinzo Abe è atteso al varco dei difficili rapporti con la Cina, dai quali dipenderà uno schiarita o un aggravamento delle tensioni regionali (esplose sul piano bilaterale per il contenzioso territoriale sulle isole Senkaku). La sua intenzione sembra quella di rafforzare la Difesa in maggiore collaborazioen con l'alleato Stati Uniti. Sul fronte interno, Abe ha indicato di voler esigere una collaborazione stretta con il governo da parte della banca centrale fino a far temere di voler mettere a rischio al sua indipendenza (tendenza che sta emergendo anche altrove).

La precisa volontà di indebolire lo yen rischia di sollevare il problema del trend che si sta diffondendo verso le "guerre valutarie", in cui vari Paesi - in modo diretto o attraverso le politiche monetarie - cercano di strappare vantaggi competitivi nel commercio internazionale. L'ampiezza o meno della sua affermazione elettorale indicherà se il Giappone potrà tornare a una fase politica di maggiore stabilità, dopo il continuo alternarsi di governi e rimpasti di esecutivo. Dal 2006, infatti, si sono già succeduti sei diversi primi ministri: tre liberaldemocratici (tra cui lo stesso Abe) e tre del Partito Democratico. Il nuovo Governo avvierà formalmente all'inizio dell'anno prossimo i negoziati per una partnership economica con l'Unione Europea: un progetto controverso e ambizioso all'insegna del libero scambio, le cui convenienze per l'Europa e l'Italia in particolare dipendono dal futuro stato di salute dell'economia nipponica e quindi dalle prospettive di commercio e investimenti sul mercato giapponese. Sul fronte delle intese di libero scambio, il nuovo esecutivo dovrà anche decidere l'adesione o meno del Paese ai negoziati per la Trans-Pacific Partnership (che comprende gli Stati Uniti). Sul fronte della politica energetica, il mondo guarda al Giappone come il Paese che più di ogni altro può dimostrare la fattibilità di un modello sempre più basato sulle energie alternative.

DATA: domenica 16 dicembre. Si tengono le elezioni anticipate per la Camera Bassa, con orario dalle 7 del mattino alle 20 (ma gli elettori possono votare anche prima, dal 5 dicembre, compilando un modulo in cui basta dichiarare di non poter votare la domenica 16). I primi risultati arrivano in serata e entro l'alba del 17 dicembre l'esito sarà già chiaro. A Natale la Camera dovrebbe eleggere formalmente il premier. Si vota anche per eleggere il governatore di Tokyo.

I SEGGI. Sono 480 i seggi per cui sono scesi in lizza più di 1.500 candidati. 300 membri della Camera Bassa sono eletti in collegi uninominali, mentre 180 in via sostanzialmente proporzionale. Peraltro l'attuale sistema elettorale è stato dichiarato incostituzionale perché assegna un peso sproporzionato agli elettori di vari distretti rurali rispetto a quelli che vivono nei grandi agglomerati urbani. Una legge di riforma è stata approvata il 16 novembre scorso ma non sarà applicata in questa tornata elettorale. La Camera Bassa è più influente della Camera Alta (l'altro ramo del Parlamento); per quest'ultima si voterà il prossimo luglio (per il rinnovo della metà dei membri).

I PARTITI. Sono una dozzina i partiti in lizza, alcuni nati solo pochi giorni prima della presentazione delle liste e poi subito protagonisti di fusioni con altre formazioni.. I principali sono due: il Partito Democratico (Minshuto) e il Partito Liberaldemocratico. Il Partito Democratico ha guidato il governo negli ultimi tre anni ma ha già perso la maggioranza dei seggi ottenuta nelle elezioni del 2009 (231 seggi) in seguito ad alcune defezioni: il leader è il premier uscente Noda (55 anni) e l'obiettivo è quello di restare il primo partito alla Camera.

Il Partito Liberaldemocratico (Jiminto) conta di tornare al potere, che ha detenuto quasi ininterrottamente per tutto il dopoguerra fino al 2009: il leader Shinzo Abe (58 anni, rieletto a settembre al vertice del partito) spera di conquistare la maggioranza assoluta e anzi, con l'appoggio probabile del New Komeito, di controllare i due terzi dela Camera Bassa (il che consentirebbe di superare gli eventuali ostacoli all'azione di governo provenienti dalla Camera Alta, dove non esiste una maggioranza chiara).

Nuove formazioni sperano di costituire un "Terzo Polo", eventualmente attraverso fusioni. Tra esse, spicca il Japan Restoration Party fondato dal sindaco di Osaka Toru Hashimoto (43 anni), che si è fuso con il neonato Sunrise Party fondato dall'ottantenne governatore uscente di Tokyo Shintaro Ishihara. Un altro nuovo partito è il Japan Future Party fondato il 27 novembre dal governatore della provincia di Shiga Yukiko Kada: è in confluenza con il People's Life First Party creato nel luglio scorso da dissidenti del Minshuto guidati da Ichiro Ozawa e dal Tax Cut Japan Party fondatod al sindaco di Nagoya Takashi Kawamura, aggregando anche il People's New Party di Shizuka Kamei. Tra le formazioni minori, si segnala Your Party - che fa capo all'ex esponente del Jiminto Yoshimi Watanabe, già emerso alle ultime elezioni - e tre partiti che tendono ad avere risultati relativamente stabili: il New Komeito (tradizionale alleato del Jiminto, emanazione politica del gruppo buddista Soka Gakkai), il Partito Socialdemocratico (formazioni "di sinistra" guidata da Mizuho Fukushima) e il Partito Comunista (il cui leader è Kazuo Shii).

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