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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2012 alle ore 10:14.

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Entro la fine dell'anno rientreranno a casa 300 militari italiani oggi impegnati in Afghanistan. Così, il contingente schierato nell'ovest del Paese, oggi a quota 3.332, scenderà a circa 3.000. Lo ha detto il generale Dario Ranieri, comandante del contingente, in un briefing col ministro della Difesa Giampaolo Di Paola.

«Dal 22 dicembre il contingente dell'ovest scenderà a circa 3 mila uomini», ha detto il generale Ranieri, spiegando che la programmata riduzione va di pari passo con il processo di transizione, cioè il passaggio della responsabilità della sicurezza dalle forze Nato a quelle afghane.

Nella regione occidentale la transizione è cominciata in 30 distretti su 43 e il ruolo dei militari italiani è sempre più quello di assistenza alle forze locali e addestrativo, più che operativo in senso stretto.

Insieme al rimpatrio degli uomini prosegue anche quello dei mezzi, uno sforzo logistico imponente: da settembre sono stati riportati in Italia, via aereo e via nave, 187 veicoli e 153 container, pari ad oltre due chilometri lineari, il 10% del totale. «Si tratta di uno sforzo importante anche da un punto di vista finanziario», sottolinea il ministro Di Paola, spiegando il perché nel decreto di rifinanziamento delle missioni l'Afghanistan ha un peso sempre rilevante, nonostante la contrazione di uomini.

La notizia del rientro di 300 italiani a casa segue il ritiro completo delle truppe francesi, annunciato a novembre.

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