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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2012 alle ore 11:05.

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La strage dei bambini nella scuola elemenare di Newtown in Connecticut non ha ancora spiegazione. E forse nessuna spiegazione, nessun motivo, potrà mai davvero bastare. Ma la ricostruzione della tragedia ha cominciato a chiarirsi e a riempirsi di dettagli sempre più raccapriccianti. A sparare è stato Adam Lanza, 20 anni e figlio di un'insegnante della scuola, che in tenuta da combattimento ha aperto il fuoco a sangue freddo nella classe della madre e in un'aula vicina, ammazzando venti bambini tra i cinque e i dieci anni e sei adulti. Tra questi ultimi il preside della scuola, che aveva lasciato entrare l'assassino riconoscendolo come il figlio d'una collega. Lanza si è poi tolto la vita.

Stando alle ultime informazioni, Lanza aveva già ucciso in precedenza la madre Nancy a casa, impadronendosi di armi che appartenavano alla donna e della sua auto, che ha guidato fino alla scuola. Dentro l'edificio della Sandy Hook Elementery School è entrato con almeno due pistole e un fucile da guerra, simile a un'arma utilizzata in Iraq, sparando cento colpi con metodica precisione nelle due classi che aveva scelto. Solo una delle sue vittime è sopravvissuta alle ferite. Molti dei 700 bambini della scuola all'udire i colpi e in preda al panico si sono nascosti piangendo dove potevano, in armadi, uffici, palestre, per uscire scortati da agenti di polizia che dicevano loro di tenere gli occhi chiusi e di correre verso una vicina caserma dei pompieri.

Tanta l'iniziale confusione, anche tra gli inquirenti. Adam Lanza era stato scambiato per il fratello, Ryan di 24 anni, perché in possesso di un suo documento di identità. Rintracciato in seguito dalla polizia a Hoboken in New Jersey, dove vive, Ryan ha rivelato che il fratello aveva avuto in passato problemi di salute mentale. L'Fbi ha inoltre rintracciato il padre divorziato, Peter Lanza, per interrogarlo sul figlio. L'unica certezza è tuttavia finora che Adam Lanza è cresciuto a Newtown, un ragazzo considerato intelligente, nervoso e introverso.

«Non sappiamo che cosa lo abbia motivato», ha ammesso un funzionario delle polizia locale in serata. Con il paese sotto shock per uno dei più gravi massacri avvenuti in una scuola, secondo solo alla strage del college di Virginia Tech che nel 2007 costò la vita a 32 persone, il presidente Barack Obama cercherà oggi di affrontare la tragedia nel suo discorso del sabato alla nazione. Già ieri ha detto, a tratti travolto dal dolore, che occorrono «azioni significative» perché simili stragi negli Stati Uniti avvengono troppo di frequente. Nuove leggi sul controllo e i limiti alle armi sono però rimaste a lungo lettera morta al Congresso.

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