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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2012 alle ore 10:51.

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Dopo la tragedia di Sandy Hook, una normalissima scuola di un normalissimo sobborgo americano dove un ragazzo di 20 anni ha ucciso a sangue freddo 20 bambini, il Presidente americano Barack Obama parlerà oggi di nuovo agli americani. Dopo le sue lacrime di ieri ci sarà sobrio il discorso del sabato con un appello «passare all'azione al di la delle posizioni politiche per evitare che una cosa simile si ripeta».

Come ha detto Obama il cuore di ogni genitore americano è spezzato...abbiamo visto troppe stragi di questo tipo negli ultimi anni». Non è chiaro che cosa intenda Obama per «azioni» ma è chiaro che al di là delle difficoltà politiche il Presidente sente la responsabilità morale di dover fare qualcosa di introdurre controlli prima della vendita di armi.

C'è da chiedersi se l'America, incredula alla notizia che a dieci giorni dal Natale si sia consumata una strage di innocenti lo seguirà. Intanto si pensa ai morti. Fino alle 10 di ieri sera i corpi delle vittime erano ancora nella scuola. I genitori non hanno potuto neppure vedere i cadaveri dei loro figli. Nessuno sa ancora spiegare che cosa ha potuto scatenare la furia omicida in questo giovane di 20 anni che fra le mura di Sandy Hook, la scuola elementare di Newtown,in Connecticut, un edificio che per seicento bambini rappresentava il trampolino per il futuro, ha ucciso ieri mattina a colpi di pistola e con un fucile automatico 26 persone, tra cui venti bambini tra i 5 e i 10 anni.

È la seconda strage più grave della recente storia americana per numero di vittime, dopo la tragedia di Virginia Tech, il campus universitario dove nel 2007 sono state ammazzate 33 persone. E avviene a pochi mesi da un'altra strage inaccettabile, quelle del cinema di Aurora, in Colorado, dove un ragazzo mascherato ha aperto il fuoco contro gli spettatori che guardavano l'ultimo film di Batman e hanno avuto l'impressione di essere coinvolti in un macabro effetto speciale.

L'uomo che ha aperto il fuoco nella scuola di Newtown era Adam Lanza, originario del New Jersey figlio di una delle insegnanti. Il ragazzo ha indossato un giubbotto antiproiettile nero, dei pantaloni mimetici, ha preso con sé due pistole calibro 9 e un fucile d'assalto (poi rinvenuto nella sua macchina) ed è partito per la sua missione omicida.

Secondo le prime ricostruzioni il giovane, timido e introverso che aveva studiato nella stessa scuola, ha prima ucciso sua madre un'insegnante nella scuola a casa, poco lontano da Sandy Hook. Le armi, due pistole semiautomatiche e un fucile automatico usato dalle truppe in Afghanistan erano della madre. Poi usando la macchina della madre si è recato alla scuola. La preside lo ha riconosciuto come il figlio di una delle insegnanti e lo ha fatto entrare. È andato armato in una delle aule e cominciato a sparare passando poi all'aula vicina. Alla fine di questo gesto orrendo compiuto con meticolosa freddezza ha lasciato 18 bambini morti sul colpo, 2 morti poco dopo in ospedale e 6 adulti tra cui la preside e lo psicologo dell'istituto. Il vice-preside, il primo ad esser nominato tra le vittime, se l'è cavata con una pallottola nella gamba.

Gli inquirenti non danno ancora molti dettagli perché come ha detto Paul Vance il portavoce della polizia statale del Connecticut: «l'inchiesta è ancora aperta». Ma sappiamo che il fratello e il padre di Adam sono stati fermati a Hoboken, in New Jersey, per un interrogatorio. Lanza, trovato senza vita in una delle classi, si sarebbe suicidato.

Per molti americani, per i genitori che oggi non hanno trattenuto le lacrime pensando che lo stesso sarebbe potuto succedere ai loro figli, per lo stesso Obama padre prima ancora che presidente, è impossibile non chiedersi come fermare queste tragedie che trasformano luoghi di vita quotidiana in teatri dell'orrore. La risposta, per molti, è da ricercarsi nella legge che negli Stati Uniti nel secondo emendamento alla Costituzione che autorizza il possesso delle armi. È una questione delicata, che Obama non si è ancora deciso ad affrontare esplicitamente, (ha parlato solo della necessità di "azioni forti") per non inimicarsi, soprattutto in un momento di difficile trattativa sul fiscal cliff, la controparte repubblicana, tutto il lucroso sistema che gira intorno alla concessione delle licenze e alla vendita di pistole e fucili.

Ma l'America per prima sembra culturalmente restia a un maggiore controllo sul possesso di strumenti di morte. Per fare solo due esempi, nei giorni seguenti la strage di Aurora, la domanda di armi in Colorado è aumentata visibilmente, spinta dalla paura, e in Michigan proprio questa settimana è stata approvata una controversa legge che permette, ai tiratori esperti, di entrare armati anche in ospedali, bar, chiese e scuole.

Resta da vedere, se una volta asciugate le lacrime, gli Stati Uniti riusciranno finalmente ad aprire gli occhi e trovare una soluzione a un problema troppo grave per essere rimandato ancora una volta. Ma per ora resta il dolore, in alcuni stati le bandiere sono a mezz'asta, ieri sera a Newtown si sono tenute quattro messe in chiese diverse, è anche cominciata la preparazione dei funerali in una cittadina modello dove tutti conoscono tutti che diventerà la settimana prossima il simbolo del Natale più triste nella storia americana.

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