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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2012 alle ore 17:02.

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Padre Fedele Bisceglia (Ansa)Padre Fedele Bisceglia (Ansa)

Giudici della Corte d'appello di Catanzaro hanno confermato la pena a nove anni e tre mesi nei confronti di Padre Fedele Bisceglia, il sacerdote cosentino accusato di abusi sessuali nei confronti di una suora. Stessa sorte per il segretario del fedele, Antonio Gaudio, per il quale è stata confermata la condanna a sei anni e tre mesi.

In primo grado, il 6 luglio del 2011, il tribunale di Cosenza aveva inflitto al monaco, noto per essere un grande tifoso del Cosenza, la stessa condanna. Padre Fedele è accusato di violenza sessuale, e in particolare di cinque episodi che sarebbero successi a cavallo fra il febbraio e il giugno del 2005. A denunciare gli abusi fu la stessa suora, 45 anni, sostenuta dalle superiori e dalle consorelle. Un processo lunghissimo, quello contro Padre Fedele, che ha catalizzato l'attenzione di tv e giornali.

L'attendibilità della suora è sempre stata al centro di grandi dibattiti. I giudici di Cosenza la ritennero attendibile un anno e mezzo fa. E anche quelli della Corte d'Appello hanno ritenuto che la donna dica la verità. «Il profilo che probabilmente ha indotto (in primis e più degli altri) ad accostarsi istintivamente con prudenza e stupore alle drammatiche rivelazioni della suora è rappresentato - scrissero i giudici di Cosenza nella loro sentenza - dalla circostanza che il principale imputato dei gravissimi e numerosi episodi delittuosi rubricati nei capi di imputazione fosse un frate.

Ed invero più che la particolare qualità della persona offesa, ciò che ha colpito è che l'autore dei denunciati stupri vestisse il saio e quindi improntasse la sua vita terrena ai principi dell'amore, della carità e della fratellanza. In realtà l'istruttoria dibattimentale ha permesso di avere un quadro della personalità del Bisceglia affatto diversa da quella che si accosterebbe ad un religioso, ponendo in evidenza come l'imputato in parola sia stato soggetto, quantomeno negli anni coevi agli episodi denunciati, alla forza irrefrenabile di istinti sessuali che lo hanno portato ad atteggiamenti quantomeno lascivi nei confronti di diverse donne».
Condanna confermata dunque. Nove anni e tre mesi per un monaco che continua a far discutere.

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