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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2012 alle ore 18:15.

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Antonio Ingroia (Ansa)Antonio Ingroia (Ansa)

Antonio Ingroia, giudice delle intercettazioni che hanno visto coinvolto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il suo collaboratore Loris D'Ambrosio, morto improvvisamente, a 65 anni, torna dal Guatemala e il 21 dicembre spiegherà il suo programma politico in un'assemblea convocata al teatro Capranica di Roma. La base è il manifesto "Io ci sto" firmato da Ingroia insieme ai Sindaci di Palermo, Leoluca Orlando e di Napoli, Luigi de Magistris.

Ingroia sarà alleato dell'Italia dei valori: «l'Idv avvia oggi la costruzione di una lista civica unitaria con chi si è opposto a Monti, e prima al governo di centrodestra, affinché si possa trovare una sintesi in una lista e in un programma che si ritrova nel Manifesto 'Io ci stò, a prima firma Antonio Ingroia». Lo ha detto il leader Idv, Antonio Di Pietro. Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo, ha inviato al Csm domanda di collocamento in aspettativa per motivi elettorali. Lo si apprende da fonti del Csm.

L'appuntamento è per venerdì 21 al teatro Capranica di Roma, alle 17.30, quando e' convocata l'assemblea 'Io ci sto'. L'iniziativa è sostenuta da un Manifesto politico in 10 punti. «I promotori sono espressione della società civile e della politica pulita che vuole costruire un'alternativa di governo al berlusconismo e alle scelte liberiste: economiche, sociali e culturali del governo Monti', spiega una nota. «L'alternativa di governo -continua il testo - si costruisce con una forza riformista che ha il coraggio di un proprio progetto per uscire dalla crisi e rilanciare l'Italia finalmente liberata dalle mafie e dalla corruzione. Abbiamo come riferimento imprescindibile la Costituzione Repubblicana, a partire dall'artciolo 1 secondo cui il lavoro deve essere al centro delle scelte economiche. Per noi l'Unione Europea deve diventare autonoma dai poteri finanziari con organismi istituzionali eletti dai popoli ed e' fondamentale il cambiamento della Casta politica e burocratica italiana mentre lo sviluppo del mezzogiorno e' l'unica scelta per unificare il Paese».

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