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Questo articolo è stato pubblicato il 17 dicembre 2012 alle ore 11:53.

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I giudici del Tribunale di Milano hanno riconvocato Ruby a testimoniare nell'udienza del 14 gennaio nonostante la presidente del collegio Giulia Turri, abbia definito l'assenza della giovane marocchina «ingiustificata» e l'abbia multata con 500 euro di ammenda.

L'assenza da parte di una strategia dilatoria
Il pm Ilda Boccasini aveva chiesto di far decadere la testimonianza della parte offesa, gli avvocati Ghedini e Longo invece avevano chiesto al tribunale di ricitare Ruby. Secondo la Boccassini il viaggio in Messico di Ruby rientra nell'ambito di una «attività e strategia dilatoria» da parte della difesa. Nel suo intervento il pm ha ricostruito le tappe della vicenda, dalla citazione di Ruby come teste della difesa alla scomparsa della stessa, poi rintracciata in Messico dal suo avvocato, Paola Boccardi.
Boccassini ha osservato che il 28 novembre «Ruby era ancora in Italia perché quel giorno era prevista la sua testimonianza come parte civile in un processo a Genova che vede imputato Luca Risso» (il compagno della giovane marocchina, ndr). Proprio in quel giorno, stando alla ricostruzione del pm, viene chiesta l'autorizzazione alla questura di Genova di portare in Messico la figlia di Ruby, Sofia.
«Qualsiasi persona normale - é il ragionamento della Boccassini - programma un viaggio in Messico un pò di anticipo, prenota prima i biglietti, tanto più con una bambina piccola e un viaggio lungo di fronte». Quella di andare in Messico appare al magistrato «una decisione improvvisa: ma non é un viaggio perché un parente sta male e si deve partire in fretta, é invece un viaggio di piacere, immagino costoso, che dura un mese in una località turistica cara che é Cancun» .
«Non posso immaginare - ha affondato Boccassini - che su una situazione che coinvolge l'ex presidente del Consiglio non vi sia stata una strategia processuale per capire chi citare e chi no.... Abbiamo perso tante udienze ad ottobre, novembre e dicembre».

Ghedini nessuna sospensione per la campagna elettorale
«Non credo che chiederemo la sospensione del processo a causa della campagna elettorale e comunque almeno per ora non ho indicazioni in questo senso». È quanto ha affermato l'avvocato Niccolò Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi che, recentemenete ha annunciato il suo ritorno in politica.

A febbraio la sentenza
Il processo si avvia alla conclusione perché il 28 gennaio la parola sarà al pm per la requisitoria e il 4 febbraio successive parleranno i difensori. A febbraio in piena campagna elettorale, salvo sorprese, la sentenza.

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