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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2012 alle ore 08:33.

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ROMA
L'ex tesoriere della Margherita, il senatore Luigi Lusi, è stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Lusi è accusato di aver intascato oltre 23 milioni di rimborsi del partito, finiti in società create ad hoc, anche all'estero. Il processo a suo carico inizierà il 25 febbraio prossimo. Lo ha deciso il gup del tribunale di Roma, Maria Bonaventura, che ha condannato la moglie di Lusi, Giovanna Petricone, a un anno di reclusione, accogliendo la richiesta di patteggiamento della pena, con sospensione condizionale.
Oltre a Lusi, il gup Maria Bonaventura ha disposto il processo anche per i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio nonché Diana Ferri, collaboratrice e prestanome di Lusi in una sua società
Lusi, in attesa del processo, resta agli arresti domiciliari presso il monastero Santa Maria dei Bisognosi nei pressi di Carsoli, in Abruzzo. L'ex tesoriere ha sempre respinto le accuse sostenendo di aver fatto investimenti immobiliari in virtù di un preciso patto fiduciario ricevuto dall'ex presidente della Margherita Francesco Rutelli del quale, per gli inquirenti, non esiste traccia. Una tesi, quella di Lusi, costatagli anche la contestazione del reato di calunnia nei confronti di Rutelli, costituitosi parte civile, insieme con la Margherita.
L'ex tesoriere, 50anni, fino al febbraio scorso senatore del Pd, dal quale è stato espulso salvo confluire nel Gruppo Misto, è accusato di aver sottratto soldi dalle casse della Margherita provenienti dai rimborsi elettorali, a partire dal 2007, epoca di scioglimento della Margherita. Danaro trasferito, secondo il pm Stefano Pesci, a due società del parlamentare, la "Ttt srl" e la "Paradiso Immobiliare", che successivamente acquisirono diversi immobili, tra i quali un appartamento in via Monserrato, nel centro di Roma, la lussuosa villa di Genzano in cui viveva la famiglia Lusi e cinque appartamenti a Capistrello (L'Aquila).
Su questi immobili il gup ha respinto la richiesta di sequestro conservativo sollecitato dai legali della Margherita, argomentando che i beni di Lusi sono già stati sequestrati dal gip nell'ambito dell'ordinanza di custodia cautelare.
«Le decisioni prese oggi da parte del Gup di Roma rappresentano una tappa importante nel percorso di accertamento delle responsabilità su quanto avvenuto», ha dichiarato in una nota il presidente del Comitato dei Liquidatori di "Dl - La Margherita", Roberto Montesi. «Il nostro lavoro per ottenere il risarcimento dei danni subiti dalla Margherita - aggiunge - continuerà in tutte le sedi e, come stabilito dall'Assemblea federale della Margherita, quanto recuperato sarà devoluto allo Stato». Mentre Titta Madia, avvocato della Margherita, ha chiosato: «Siamo vicini al giorno del giudizio per Luigi Lusi».
Il parlamentare ha voluto essere presente ieri a piazzale Clodio all'ultima udienza preliminare davanti al giudice del tribunale di Roma che ne ha stabilito il rinvio a giudizio. Era accompagnato dei suoi legali, gli avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono.
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