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Questo articolo è stato pubblicato il 18 dicembre 2012 alle ore 18:00.

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Il Pd vara le regole per le parlamentarie, arriva la carica rosa. Bersani: «Deroghe solo al 3 per cento»Il Pd vara le regole per le parlamentarie, arriva la carica rosa. Bersani: «Deroghe solo al 3 per cento»

Dopo quelle online del Movimento 5 Stelle il Pd è pronto alle sue parlamentarie, il 29 o 30 dicembre, in vista delle elezioni politiche di febbraio. È online il regolamento per la selezione del 90% delle candidature, capilista e deroghe escluse. Si vota un solo giorno per regione, dalle 08.00 alle 21.00, nei seggi allestiti presso i circoli del partito. Ogni elettore può esprimere al massimo due preferenze, differenti per genere, pena la nullità della seconda. L'obiettivo è raggiungere una presenza di parlamentari donne di almeno il 40 per cento e nessuna unione regionale può scendere sotto la soglia minima del 33% della rappresentanza di genere tra le posizioni eleggibili.

Possono votare tutti coloro che sono già in possesso del certificato di elettore del centrosinistra, ottenuto per votare alle primarie per la premiership vinte da Pier Luigi Bersani. E gli iscritti al Pd che abbiano rinnovato l'adesione fino al momento del voto. L'elettore è tenuto a sottoscrivere un pubblico appello per il voto al Pd, versare una somma di almeno 2 euro e assumere l'impegno a riconoscere gli organismi di garanzia previsti nel regolamento.

Alle primarie democratiche per le politiche potranno correre cittadini che si dichiarino elettori del Pd e che abbiano i requisiti richiesti dalla legge e dal codice etico del partito. Si può essere candidati in un solo ambito provinciale. I candidati dovranno inoltre sottoscrivere un patto di lealtà con gli altri concorrenti, oltre all'impegno alla contribuzione all'attività del partito e a non avvalersi di pubblicità a pagamento. Non sono candidabili i parlamentari europei, i sindaci dei comuni superiori ai 5.000 abitanti, presidenti di Provincia e Regione e assessori. Le rose di candidature alle primarie saranno definite dalle direzioni dei coordinamenti provinciali.

Il segretario, Pier Luigi Bersani, sulla deroga alla regola dei tre mandati parla di un 3% totale. I big con 15 anni di legislatura alle spalle (Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Beppe Fioroni, Franco Marini, Cesare Marini, Giorgio Merlo, Maria Pia Garavaglia, Giuseppe Lumia, Gianclaudio Bressa e Mauro Agostini) che hanno ottenuto il via libera dalla direzione dovranno comunque correre alle primarie.
Secondo una stima approssimativa, nel listino bloccato finiranno una novantina di persone, fra cui molto probabilmente diversi esponenti della segreteria e esponenti di primo piano del partito, complessivamente il 10 per cento delle circa 900 candidature previste. Ci sono poi 47 capolista, alcuni dei quali provenienti dai listini bloccati e altri scelti tra i vincitori delle primarie.

Critiche alle parlamentarie democratiche arrivano da Beppe Grillo che in un post sul suo blog scrive: «Bersani é un succhiaruote della democrazia. Vengono così inaugurate, dopo le Parlamentarie del M5S, le Buffonarie del pdmenoelle». «Un'idea originale (chissà da chi ha copiato...)», scrive ancora Grillo che prosegue: «Belin, questo passa il tempo a seguire cosa fa il M5S dove le donne votate per le politiche online sono state maggioranza assoluta».
Il movimento ha reso noto i dati definitivi delle sue parlamentarie online: «I capolista donne sono stati pari al 55%. Hanno votato per le liste 20.252 persone su 31.612 aventi diritto iscritti al M5S entro il 30 settembre. I voti potenziali, tre preferenze per votante, erano 94.836 e i voti espressi per le liste 57.272. Il numero degli iscritti complessivi al M5S é ad oggi di 255.339».

Nonostante l'approvazione da parte del consiglio dei ministri di uno sconto di oltre la metà delle firme da raccogliere per chi - come il Movimento 5 Stelle e Sel di Nichi Vendola - non è attualmente rappresentato in Parlamento, qualche preoccupazione resta. Grillo aveva gridato al complotto, sostenendo che il tempo a disposizione per la raccolta delle adesioni fosse troppo poco, a causa della fine anticipata della legislatura. E ora nel M5S rimane qualche timore legato agli adempimenti burocratici che la sottoscrizione delle liste comporta, prassi a cui il movimento è nuovo.

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