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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2012 alle ore 16:12.

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Relitto della nave trovata nei mari di Cetraro (Ansa)Relitto della nave trovata nei mari di Cetraro (Ansa)

Oltre a questo c'è la morte di Francesco Fonti, pochi giorni fa, il pentito di ‘ndrangheta che per primo, negli anni Novanta, con memoriali consegnati alla magistratura e audizioni in Commissione, aveva parlato del ruolo della ‘ndrangheta nei traffici con le navi. "La cosa incredibile è che da casa di Fonti sono sparite le carte", confida al Sole-24 Ore una fonte che vuole rimanere anonima, "comprese quelle che custodiva gelosamente proprio sul caso delle navi dei veleni". "Io stesso – conclude Bratti – appena saputo della sua morte, avevo chiesto alla Commissione di far sequestrare gli atti nella sua abitazione ma evidentemente siamo arrivati troppo tardi anche perché quella mia richiesta non è mai stata fatta partire".

Interrogazione parlamentare
La pubblicazione dell'articolo ha suscitato reazioni. Innanzitutto quella di Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd. «Sulla morte di De Grazia e sulle cosiddette navi dei veleni da anni – dichiara - si concentrano i sospetti di associazioni ambientaliste e comitati di cittadini. Per fare luce su uno dei più inquietanti misteri italiani e per sapere cosa intendano fare qualora le dichiarazioni contenute nella perizia siano confermate ho presentato, insieme all'onorevole Bratti, un'interrogazione parlamentare ai ministri dell'Interno, della Giustizia e dell'Ambiente. Nel caso sia confermata la perizia, chiediamo inoltre ai ministri interrogati la riapertura dell'inchiesta sulla morte di Natale De Grazia per rendere giustizia a questo straordinario servitore dello Stato e chiediamo di andare sino in fondo nell'accertamento della verità anche sulla gravissima vicenda delle navi dei veleni. Chiediamo infine quali misure intendano mettere in atto per ripristinare la sicurezza ambientale dei tratti di mare e di costa interessati dall'inabissamento e dall'arenamento delle navi dei veleni».

Legambiente
Legambiente è stata ugualmente netta nelle posizioni. «Gli sviluppi clamorosi relativi alla morte del Capitano Natale De Grazia, trapelati oggi dopo l'annullamento della conferenza stampa indetta dal presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta, Gaetano Pecorella – si legge in un comunicato stampa firmato dal presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza - sembrano avvalorare i dubbi e le ombre pesanti che da 17 anni circondano la pagina più buia della complessa vicenda delle cosiddette navi radioattive. Nel contempo però aprono uno squarcio di speranza sulla possibilità di rendere finalmente giustizia alla famiglia e a quanti non si sono arresi di fronte a verità di comodo.
I risultati acquisiti dalla commissione parlamentare d'inchiesta, con l'ormai evidente probabilità che il Capitano De Grazia sia stato ucciso, se da una parte ridanno tragica e raggelante attualità ad una enorme tragedia umana e civile e al valore di un grande uomo, dall'altra impongono l'immediata riapertura dell'inchiesta sulla sua morte.
Questo deve essere il primo passo in direzione dell' accertamento più ampio della verità su quello che ancora di più si conferma come un intrigo di Stato. E' quanto da anni tenacemente chiediamo anche attraverso il Comitato per la Verità istituito ad hoc insieme a magistrati, giornalisti, ambientalisti, rappresentanti istituzionali ed autorevoli esperti».
«Seppure in colpevole ritardo – ha aggiunto Nuccio Barilla della segreteria nazionale dell'associazione e responsabile per la Calabria - è arrivato il momento di dare nomi e volti agli autori delle "pressioni e degli atteggiamenti ostili" di cui ha parlato l'allora presidente della Repubblica Azeglio Ciampi nel conferire la medaglia d'oro alla memoria al fedele servitore dello Stato. Lo stesso Stato che altri evidentemente tradivano».

robertogalullo.blog.ilsole24ore.com

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