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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2012 alle ore 06:39.

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Negli anni cinquanta era una zolletta di zucchero accompagnata da un nome che noi bambini avevamo imparato a conoscere: Albert Sabin, l'inventore americano del vaccino orale contro la poliomelite. Migliaia di vite allora furono salvate da quello zuccherino che ci appariva come un dolce miracolo della scienza.
In Pakistan su questo piccolo gesto così importante e vitale per vaccinare 5 milioni di fanciulli sta cadendo il velo tenebroso della superstizione e della cattiva propaganda degli islamici radicali. I volontari e gli infermieri che partecipano alla campagna antipolio sono diventati degli untori, accusati di partecipare “a un piano della Cia per sterilizzare i musulmani” o “per corrompere le ragazze”.
Non è un problema di oggi: secondo una credenza popolare diffusa tra gli integralisti le vaccinazioni avrebbero conseguenze letali sulla fertilità maschile. Oltre all'ignoranza dietro a questa ondata di omicidi c'è il caso di un medico, Shakil Afridi, condannato nel maggio scorso a 33 anni di reclusione con l'accusa di alto tradimento: avrebbe condotto una finta campagna anti-epatite per raccogliere campioni di Dna di Osama Bin Laden, il leader di Al Qaida ucciso nel blitz delle forze speciali americane ad Abbottabad. Il caso di Afridi, definito per altro dall'ex capo della Cia Leo Panetta un importante collaboratore, è stato così strumentalizzato per diffondere teorie complottistiche.
La campagna per le vaccinazioni era già stata fermata nel luglio scorso, ogni volta che il governo di Islamabad la fa ripartire ricominciano gli attacchi e a pagare il prezzo ovviamente sono i bambini: dopo la Nigeria, il Pakistan con 200 casi l'anno è il Paese dove la polio fa più vittime. «Andremo avanti fino alla cancellazione del male», proclamano ogni volta le autorità pakistane: ma non si sa bene a quale pandemia si riferiscano, se alla poliomelite oppure a un'altra ancora più devastante, l'integralismo islamico.
In meno di 48 ore sono stati assassinati una decina di operatori, gli ultimi tre proprio ieri: una mattanza che ha costretto l'Unicef e l'Organizzazione mondiale della sanità a sospendere le operazioni. Le squadre anti-polio potranno tornare in campo soltanto sotto scorta.
Così adesso in Pakistan oltre alla battaglia contro la poliomelite, che miete centinaia di vittime l'anno provocando la paralisi degli arti, si è aggiunta quella contro i talebani.
Ecco un altro pezzo di oscurantismo medioevale da combattere: ma nessuno ha ancora inventato il vaccino per vincerlo.
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