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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2012 alle ore 08:12.

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ROMA
Tensione attorno alla data del voto del Lazio e a scatenarla è stato l'atto con cui ieri il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha dato mandato ai sindaci di procedere con l'iter burocratico per votare il 10 e l'11 febbraio, come previsto dall'unico decreto tuttora in vigore, quello firmato da Renata Polverini. Ma è stata la stessa Polverini a chiarire che la data sarà un'altra, il 24 febbraio, e che quello del prefetto sarebbe sostanzialmente un atto tecnico dovuto, in quanto in via di scadenza dei termini degli adempimenti di legge. «Appena avremo una data certa - ha affermato la governatrice dimissionaria - modificherò il mio decreto per votare il 24, nell'election day».
L'avvocato Gianluigi Pellegrino, che sta seguendo i ricorsi a nome del movimento Difesa del Cittadino, è però di tutt'altro avviso: «Lo spostamento del voto nel Lazio - ha affermato - non è più legittimo, perché è in esecuzione di una sentenza del giudice». Ma Polverini contrattacca. «C'è una legge - ha spiegato - che parla di election day in termini di risparmio e c'è un comunicato del Cdm che si esprime in questo senso. Ne abbiamo discusso col governo, il ministro e il prefetto che è possibile modificare la data». Sulla stessa linea anche il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri. «Se domani (oggi, ndr) leggerete che nel Lazio si vota il 10 febbraio, sappiate che non è vero».
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