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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2012 alle ore 17:52.
Giorgio Napolitano mette a fuoco due punti politici importanti nel suo breve discorso dopo aver sciolto le Camere: attribuisce al Pdl la responsabilità politica della fine del Governo Monti; chiede ai partiti una campagna elettorale «misurata e costruttiva».
Il primo passaggio, quello di attribuire a Silvio Berlusconi la fine anticipata della legislatura – sia pure di un paio di mesi – non è di poco conto perchè si lega strettamente con il secondo punto, cioè, il fondato timore che la campagna elettorale miri a distruggere i risultati portati da Mario Monti fin qui sia in Italia che in Europa. È evidente che lo strappo consumato dal Cavaliere è stato fatto nel segno di una campagna elettorale tutta impostata sull'anti-montismo e anti-europeismo e che mandare a casa il premier può consentirgli una nuova saldatura con la Lega.
Quel richiamo alla «costruttività» del capo dello Stato, va letto proprio come un primo tentativo di porre argini allo scontro che si prepara nel Paese. Con una rincorsa tutta verso il populismo condotta da Berlusconi, la Lega e Grillo. Una gara a tre per contendersi i voti dei delusi ma che potrebbe sollecitare anche un populismo di sinistra, pronto a cavalcare un malessere sociale diffuso.
Del resto, Giorgio Napolitano già a settembre – intervendo al Workshop Ambrosetti di Cernobbio – aveva promesso una sua "vigilanza" sulla campagna elettorale 2013 affinchè non venissero messi in discussione i risultati ottenuti dall'Italia e tantomeno gli impegni assunti in Europa. Dunque, nel breve intervento si può intravvedere già il ruolo che il capo dello Stato svolgerà con i partiti fino al 24 febbraio. E, a maggior ragione, nella più delicata fase post-elettorale.
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