Spazzolini e frigo tra i rimborsi del «Trota»

Ancora cene da centinaia di euro, scontrini per caffè, una «coppetta piccola», pranzi al McDonald's, «distillati", "drink" e tanti cellulari e iPhone. Il panorama delle spese dei consiglieri del Pirellone che è emerso dai "nuovi" inviti a comparire spediti ieri a 37 politici non è diverso da quello apparso nelle carte notificate agli altri 22 esponenti di Pdl e Lega la scorsa settimana. C'è un unico diversivo: la lista di uscite che si sarebbe fatto rimborsare Renzo Bossi, figlio del Senatur, che vanta tra i suoi acquisti con soldi pubblici anche un «frigorifero», «due spazzolini con nome» e un localizzatore di autovelox.
Ieri mattina, mentre i finanzieri del nucleo di polizia tributaria consegnavano le informazioni di garanzia (con le convocazioni in procura a partire dal 7 gennaio), il vicepresidente del Senato, Rosi Mauro, anche lei indagata per peculato, è arrivata a Palazzo di Giustizia. Una presentazione spontanea la sua, davanti ai pm, per chiarire in meno di un'ora di interrogatorio i circa 7.500 euro di spese che le vengono contestate. «Tutte spese regolari», si è difesa la Mauro con i cronisti uscendo dal tribunale.
A Renzo Bossi, invece, i pm imputano presunti rimborsi illegali coi soldi del gruppo consiliare della Lega per circa 22.600 euro. Il figlio del Senatur è rimasto al Pirellone fino all'aprile scorso, quando è scoppiato il presunto scandalo sui fondi del Carroccio che lo vede tra gli indagati per un'altra vicenda simile di spese "pazze". E nel dettagliato elenco degli scontrini presentati al suo gruppo in Regione saltano fuori altri tasselli di vita quotidiana dell'ormai ex consigliere: il 6 luglio 2010 avrebbe pagato, per esempio, 24 euro poi rimborsati per «mojito, campari e negroni» all'Hollywood Living, locale milanese. Poi altre voci, tra cui spiccano un «Coyote autovelox», programma che consente di localizzare gli autovelox, e un frigorifero da 159 euro.
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